L’occasione fa l’uomo… maratoneta e il runner in particolare! Ne basta in realtà anche solo mezza (nel senso della maratona), se nell’imminenza del recente Natale ti trovi ad un mese e mezzo da un graditissimo ma “impegnativo” invito a correre la Mitja Marató di Barcellona da parte degli amici di Brooks e l’ultima volta che ti sei messo alla prova - in formato agonistico - sulla classica distanza dei ventuno chilometri e 197 metri risale alla scorsa primavera. Ecco perché abbiamo colto al volto l’opportunità di prendere parte alla Maratonina di Lemine, accettando volentieri l'invito del team Pegarun ASD e del suo carismatico presidente Giorgio Pesenti (che ringraziamo anche qui) a trascorrere buona parte della giornata dell’Antivigilia ad Almenno San Salvatore, centro abitato a pochi chilometri da Bergamo, recentemente promosso al rango di “città”. Certo, Almenno sorge proprio nel punto di congiunzione tra la Pianura Padana e i piedi delle Prealpi Orobie: il tracciato da dieci chilometri e mezzo sul quale si svolge la “mezza” (due giri, comme-il-faut) è tutt’altro che pianeggiante: ci sono tre o quattro rampe ben distinte, brevi ma secche, ci sono lunghi tratti in discesa da affrontare “a tutta” ma se non altro si corre per il novantacinque per cento del tempo (e della distanza) su asfalto: un punto in comune con il tracciato cittadino del capoluogo della Catalogna sul quale correrò la seconda domenica di febbraio. Ah no, ce n’è pure un altro: il clima! Le festività più ... primaverili degli ultimi anni “apparecchiano” un test run più fedele del previsto all’appuntamento catalano del prossimo 11 febbraio. Oltretutto ad Almenno lo sparo di partenza è fissato per le due del pomeriggio: un atout di non poco conto per chi come me non ama correre al freddo, tantomeno le levatacce invernali con il buio fuori dalla finestra…
Via quindi con questo running-panettone da tutto esaurito al botteghino... delle iscrizioni! Siamo in più di duecento sulle due distanze: numeri da leccarsi i baffi, vista la giornata febbrilmente prefestiva e prenatalizia. Raggiungo il centro sportivo, ritiro il mio pettorale stranamente in… formato A4 verticale e per comodità torno alla macchina per cambiarmi. Sì perché i quindici gradi abbondanti concedono la possibilità di spogliarsi e rivestirsi “en plein air” (per indulgere ancora con i francesismi) e poi di bighellonare svagatamente per il campo-base dell’evento senza minimamente preoccuparsi della temperatura esterna: impagabile, dal mio “freddoloso” punto di vista!
Scopro solo nella fase di riscaldamento (a proposito di modalità “vispa Teresa”) che la linea di partenza non coincide con quella d’arrivo ma è disegnata sull'asfalto qualche centinaio di metri a monte di quest’ultima. Poco male. Eccoci qui. La gabbia di partenza è multicolore ma spiccano le casacche giallorosse delle "aquile" Pegarun, la squadra padrona di casa. Si preannuncia un bel derby con i Runners Bergamo (che la spunteranno al femminile), con incursioni vincenti tra gli uomini dell’altra corazzata La Recastello Radici Group e della Polisportiva Carugate. Non sono comunque l’unico atleta di ASD Sportiva Lanzada al via: c’è anche la mia instancabile compagna di squadra Gloria Lucchetta. Da parte mia, oggi metto via il diciannovesimo pettorale della prima stagione full-time dopo due anni complicati da infortuni che mi avevano costretto ai box proprio in estate, la stagione più propizia alle prove di trail e soprattutto skyrunning più interessanti e impegnative. Il punto è (anche) questo: sono solo alla mia terza gara su strada del 2023.
Pronti, via! I primi due chilometri e mezzo circa sono tutta una volata in discesa fino in prossimità del fiume Brembo, con una leggera variazione di percorso rispetto alle prime due edizioni (a causa di una chiusura stradale), poi altrettanti fondamentalmente in piano (sempre rotta verso sud) che iniziano subito dopo una breve ma secca rampa che mi costringe a smettere di correre, anche se solo per poche decine di metri: meglio camminare con falcata veloce che continuare a correre in slow motion, con una fase aerea inefficace e pure alquanto goffa!
Il giro di boa dell’anello di gara si trova alla periferia nord di Brembate di Sopra. Inversione di rotta e via per un altro paio di chilometri in falsopiano bruscamente interrotti dalla seconda… asperità: quella che rimonta il gradone collinare sul quale si distende la località Fornace. Fin qui tutto bene: clima piacevole, passo decente, sensazioni anche. Certo, per evitare gomitate e soprattutto inciampi, mi sono premurato di schierarmi abbastanza avanti al via e giocoforza ne pago le conseguenze, soprattutto a livello psicologico: la bilancia sorpassi fatti/subiti pende nettamente… dalla parte sbagliata.
Siamo nella parte più alta (e soprattutto filante) del giro da dieci chilometri e mezzo: solo più un paio di brevi rampe ad interrompere lunghi tratti pianeggianti. Passiamo nel cortile interno della suggestiva Rotonda di San Tomè, gioiellino architettonico del Romanico degli Almenno. Poi un tratto in aperta campagna ci porta a fare temporaneamente dietrofront per toccare nuovamente le case di Fornace. A proposito, le temperature si abbassano velocemente, come il sole all’orizzonte. Ci addentriamo nella zona residenziale di Almenno San Bartolomeo, poi puntiamo sul finale del giro, rimettendo piede ad Almenno San Salvatore dopo un breve traverso-trail su sentiero in mezzo al bosco. Ripasso dal via (o meglio nei pressi dell’arrivo) tenendo nel mirino due o tre colleghi con i quali me lo sto giocando da un po’ ma mi sembra di avere poche chances di riagganciare chi mi precede.
Attacco il secondo giro senza possibilità realistiche di tentare il “negative split” (la seconda metà della gara più veloce della prima) ma la conoscenza del percorso - forse anche solo a livello inconscio - mi porta in qualche modo a distribuire meglio le residue energie negli ultimi chilometri.
Le gambe insomma vanno da sole e suggeriscono alla testa il ritmo giusto (o sarà forse il contrario?), che non è più veloce rispetto al primo giro ma forse più costante e redditizio. Sicuramente più di quello dei miei compagni d’avventura: ne metto dietro tre o quattro sui quali - fino a poche centinaia di metri prima - faticavo a guadagnare un solo secondo e mi avvio con una certa sicurezza verso il traguardo, che taglio quattro minuti abbondanti prima dello scadere delle due ore di gara, “annunciato” e presentato agli… astanti dall’amico speaker Tony Tranquillo… e anche per questo pochi metri più in là della linea d’arrivo gratificato da alcuni piacevolissimi attestati di stima dei colleghi runners "per quello che fai come giornalista per il nostro sport”. Non serve aggiungere altro. Ah no, stavo per dimenticare: non so voi ma io sabato 21 dicembre 2024 sarò di nuovo al via da queste parti per la quarta edizione della Maratonina di Lemine!
Buon Anno Nuovo, tante cose e soprattutto tante corse a tutti per i prossimi dodici mesi.