Cuore Tifoso Inter: il sesto Sensi

Il ragazzo di Urbino illumina la notte del Meazza

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Pienone, sessantacinquemila innamorati in una tranquilla serata infrasettimanale. Milano è ancora lontana dalla solita metropoli piena di traffico, gente che corre a destra e a manca, code ai semafori e in tangenziale. Nonostante questo il Meazza è un catino che ribolle; di tifo, di speranze, di colori, di cori e canti, di volti sorridenti. Perché sì, il nuovo corso dell’Inter è stato tracciato nel corso di un’estate calda, lunga, ricca di tira e molla sul mercato, di nomi veri e presunti, di trattative reali o fasulle, di depistaggi stile 007, di rincorse culminate con l’arrivo di Romelu Lukaku e Nicolò Barella. Mentre sotto traccia, molto sotto traccia, venivano chiusi colpi meno eclatanti. Stile Lazaro, ad esempio. O, meglio ancora, stile Stefano Sensi da Urbino, altezza 1,68, centrocampista di qualità proveniente da Sassuolo, soffiato in corso d’opera al Milan. 

Conte, buona la prima

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Poi le amichevoli estive che, lo dicono un po’ tutti, danno delle indicazioni ma nulla di più; cioè, insomma, di trofei dei Bagni Peppino son piene le bacheche ma, in fondo, servono a ben poco. La prova del nove è il campionato, la prima giornata, quando i punti in palio sono veri, quando non si palleggia stile spiaggia per il piacere di deliziare platee di mondi lontani poco avvezze ai grandi calciatori ed alle grandi squadre.


Quindi, dopo il fine settimana pallonaro che ha ufficialmente aperto le ostilità, tocca ai nerazzurri. Ultimi a giocare, costretti dai risultati altrui a vincere senza se e senza ma. Ultimi al via, come le belle principesse delle fiabe che arrivano alla fine. Conte offre una conferenza stampa molto diretta, senza fronzoli, senza filosofia calcistica, ricca di pragmatismo; dobbiamo fare tre punti, dobbiamo crescere, dobbiamo trascinare il nostro pubblico attraverso il gioco, offrendo spettacoli di livello.


Detto fatto. L’Inter nuovo formato parte piano, mentre Antonio Conte si sbraccia in lungo e in largo camminando sicuramente più di qualche suo uomo in campo. La squadra nicchia, sembra un vorrei ma non posso, un film già visto. Però qualcosa è cambiato, decisamente anche. I nerazzurri hanno aggiunto tecnica in mezzo al campo, tecnica che ha un nome ed un cognome, già citato poco sopra: Stefano Sensi. Che si carica i compagni sulle spalle, offre palloni di prima intelligenti, aperture deliziose, tocchi sopraffini oltre ad un gol che il Meazza sta ancora tremando. La goleada parte da qui, da lui, dai piedi di questo ragazzo che è sbarcato nel silenzio generale. E che, partita dopo partita, sta conquistando il pubblico interista. Notoriamente complicato e difficile.


Buona la prima, con convinzione.
Alla prossima.