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Juve, Rabiot l'indispensabile: il capitano di Allegri

La fascia la porta Danilo, ma le sue parole nello spogliatoio pesano come macigni. Perché tutti sanno quanto la squadra dipenda da lui

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Eh sì, le telecamere lo cercano e diciamo pure che lui adesso fa di tutto perché lo trovino anche... Adrien Rabiot. Per farsi cercare e trovare nelle immagini finali sabato scorso ha fatto questo: corsa, tocco sotto a superare Rui Patricio e palla nella porta della Roma. Fisico, tecnica e precisione. Il gol è solo il terzo in stagione, meglio in campionato, perché per le note vicende, come si dice, la Champions quest'anno per la Juve non c'è.

Grazie all'Europa lo scorso anno 11 gol in stagione. Mai successo prima in carriera e in perfetta sintonia con le esplicite richieste da doppia cifra di Allegri. Già Allegri, che Rabiot lo aveva fatto accordare con la Juve a costo zero nel gennaio 2019 salvo poi lasciare Torino nel giugno successivo. Il francese lo ha detto: "Ero venuto per lui ma mi sono ritrovato con Sarri". In sintesi diciamo che in quella annata Rabiot si fece notare soprattutto per quella roba pazzesca di San Siro contro il Milan.

E' lì che dici che i mezzi ci sono e vanno sopra la media. L' interrogativo riguarda casomai il perché restino più spesso nascosti. Con Pirlo in panchina si vede qualcosa di più ma non ancora sufficiente e anche il primo anno del ritorno di Allegri sembra dare corpo a un progetto in via di fallimento. Zero gol, anche questo mai successo. Ci vogliono tempo, pazienza e crescita naturale. Il talento indisciplinato e spesso fuori rosa del Psg si è gradualmente dissolto in una immagine che sembra un paradosso. Adrien Rabiot capitano della Juve. Formalmente quando non c'è Danilo, nella sostanza sempre.

Tante parole in campo e nello spogliatoio, poche in pubblico ma tra quelle la parola scudetto. Il primo a sdoganarla dalla scaramanzia di Allegri che lo scorso giugno lo ha convinto a rinnovare il giorno 27, a tre dalla scadenza del contratto. Insomma non ci si stupisca succeda ancora. Nel frattempo come dice lui citando l'inno ufficiale "solo chi corre può". Già può vincere, sperare, sognare e perché no segnare che poi fa parte di quel tutto per farsi cercare e trovare dalle telecamere finali.

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