La somiglianza del nuovo Milan con il vecchio tanto a livello di risultati quanto a livello di formazione impone dopo una sola partita di campionato un drastico cambio di rotta. Molte delle idee sviluppate da Giampaolo durante la preparazione estiva stanno per essere cestinate per far spazio ad una ventata di freschezza. Lo stesso tecnico abruzzese si ora uniformato a certe valutazioni sui singoli, valutazioni su cui inizialmente non si era trovato sostanzialmente d’accordo come l’eterna discussione sul valore e sul ruolo di Suso. La sconfitta di Udine ha chiuso l’avventura lampo dello spagnolo da trequartista dopo che per un’estate il tecnico lo aveva ritenuto idoneo alla nuova posizione.
Dopo soli 90 minuti di campionato vacilla anche il modulo, 4-3-1-2 che contro il Brescia potrebbe lasciare spazio al vecchio 4-3-3 o più verosimilmente al 4-3-2-1 che consentirebbe a Piatek di ritrovare spazio e verve con Suso, Paquetà, Chalanoglu e Leao a giocarsi due posti ai fianchi del polacco. Il centrocampo dovrebbe tornare più tradizionale ed equilibrato con Bennacer regista davanti alla difesa con due intermedi di ruolo meno portati a cercare l’esterno come Kessie e Krunic (più difficile in questo quadro immaginare la conferma di Borini e Castillejo).
A meno che tutto non venga stravolto dalla notizia tanto attesa ossia la fine della telenovela Correa. Boban, Maldini e Massara cercheranno di regalare a Giampaolo l’oggetto del desiderio del mercato rossonero, un uomo chiave che potrebbe ridare certezze tattiche laddove trovano spazio soprattutto grandi punti interrogativi. L’estate non ha portato consiglio, le chance per la vecchia guardia sembrano finite, ora la parola passa al nuovo Milan nella speranza di vedere subito segnali positivi per non allargare l’handicap di una falsa partenza che ha già portato via una bella fetta di entusiasmo dall’ambiente rossonero.