la storia

Gianni Rivera fa causa al Milan: "Sfruttano il mio nome e la mia immagine"

La bandiera rossonera contro l'esposizione di alcuni suoi cimeli nel museo di San Siro: "Non ce l'ho col Milan ma fanno un sacco di soldi senza chiedere il permesso"

Gianni Rivera contro il Milan: sembra impossibile ma è così, anche se è una storia tutta da raccontare. La bandiera rossonera, intervistata da La Repubblica, ha annunciato la volontà di portare il Milan davanti alla Corte di Giustizia Europea per i diritti umani per sfruttamento indebito del suo nome e della sua immagine. Il problema nasce dall'esposizione al Museo di San Siro di alcuni cimeli come maglie storiche e scarpini attribuiti al Pallone d'Oro 1969 (ma secondo Rivera sono falsi), oltre ad altri oggetti per il quale non avrebbe dato il suo via libera.

"Io non ce l’ho con il Milan, ma con chi lucra sulla mia immagine da anni, senza neppure chiedere il permesso. L’ho scoperto per caso, e ho scoperto che la gente paga pure il biglietto. Lo ritengo uno sfruttamento d’immagine indebito, e ora mi rivolgerò alla Corte di Giustizia europea" ha spiegato Rivera. La causa va avanti da tempo: inizialmente la sentenza aveva dato ragione all'80enne, in seguito la Cassazione aveva ribaltato il verdetto confermando l'esposizione dei cimeli nel museo, pur senza possibilità di usarli per altri tipi di guadagni.

“La verità è che fanno un sacco di soldi grazie a noi che non c’entriamo niente. Allo stadio c’è una mia bacheca con una maglia rossonera, che secondo me non è neanche autentica, e ci sono delle scarpe spacciate per mie: impossibile, perché alla fine di ogni annata le buttavo via. C’è persino un busto che mi donò lo scultore Todeschini: io l’avevo lasciato a Milanello, ma tutti sapevano che era mio. Scoprii che l’avevano esposto a San Siro, perché un amico mi ha mandato delle foto" le parole di Rivera al quotidiano romano.

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