Il 2024 italiano di Xiaomi inizia con il refresh della fascia media, col lancio della Redmi Note 13 Series oltre che di POCO X6 5G/POCO X6 Pro 5G. Abbiamo potuto provare in particolare il Redmi Note 13 Pro nella versione 5G, probabilmente il più interessante del lotto per rapporto caratteristiche/qualità/prezzo: perché nel 2024 sembra impossibile, anche se non si ha un top, rinunciare al 5G e abbiamo a bordo anche un SoC Snapdragon rimanendo comunque sotto la fatidica soglia dei 400 euro.
Fascia media ma senza rinunce visto che Redmi Note 13 Pro 5G ha un display (leggermente) curvo AMOLED da 6,67" con refresh rate a 120Hz e risoluzione 1.5K, caratteristiche che garantiscono di disimpegnarsi bene in ambito multimediale. Protetto dal Corning Gorilla Glass Victus, nasconde anche il sensore di impronte con discreta precisione e velocità. Dicevamo dello Snapdragon, è un 7s Gen 2 a 4nm da poco uscito sul mercato, che garantisce buone prestazioni e consumi in tutti gli ambiti anche se soffre un po' sulla potenza pura della GPU. La memoria è nel taglio 8GB RAM+256GB interni e non manca il supporto dual SIM. La fotocamera principale può sfoggiare 200 megapixel, nel triplo sensore posteriore anche una 8 MP e una 2 MP mentre la fotocamera anteriore è da 16 MP. Chiudono le dotazioni principali il bluetooth 5.2, la batteria da 5.100mAh e la ricarica veloce a 67W. Peccato per la USB type-C da 2.0, ottima l'uscita per le cuffie da 3.5mm, ormai una rarità, stesso discorso per il sensore a infrarossi. La certificazione IP è 54.
Con a bordo la MIUI 14 basata su Android 13 (ed è un peccato visto che uno dei 3 anni di major update di fatto è già bruciato con Android 14, uscito ufficialmente a ottobre) - ma con la promessa di vedere presto HyperOS - ci si trova subito a casa se si ha già provato uno smartphone Xiaomi. Le personalizzazioni sono infinite, quasi come le app preinstallate, ne abbiamo contate almeno una ventina!, e non ci dilungheremo troppo su questo aspetto visto che siamo nel solco degli altri telefoni dell'azienda cinese. Il refresh rate variabile convince, così come la luminosità decisamente migliorata (picco di 1800 nits) rispetto al suo predecessore. A parte qualche caricamento lento, forse più che altro imputabile alle memorie che al processore, il classico giro social-app-lavoro procede con fluidità.
Al di là del numerone sulla carta, i 200 megapixel fanno il loro dovere considerando la fascia di prezzo. In buona condizione di luce il dettaglio è ricco anche in condizioni di punta e scatta. Quando inizia a scendere la sera o in interni non ben illuminati chiaramente la fatica inizia a mostrarsi, rumore e definizione peggiorano. Le altre due cam sono "di servizio", soprattutto la macro che sembra più che altro una giustificazione per avere tre sensori come va di moda attualmente. Anche la cam anteriore da 16MP è nella media. Xiaomi Imaging Engine è l'algoritmo che si occupa di migliorare gli scatti via software. E i video? Con i 4K si va a 30fps e stabilizzazione non perfetta, virando sul più affidabile 1080p si migliora in tutto, ottenendo risultati più che discreti.
Già il chipset prometteva un buon bilanciamento su consumi e temperature, in più i 5.100 mAh confermano la promessa di una ottima autonomia, superando agevolmente le sei ore di schermo. Tra l'altro la ricarica da 67W consente (alimentatore in confezione) uno 0-100% in meno di quarantacinque minuti, facendo solo rimpiangere la mancanza della ricarica wireless.
Un bel design, dai colori freschi (Midnight Black, Ocean Teal e Aurora Purple), e le dotazioni al giusto posto rendono questo Redmi Note 13 Pro 5G una scelta sicura per la fascia media. Niente di rivoluzionario ma globalmente per i 399,9 euro della versione 8/256 (la versione 12/512 arriva a 449,9) di questo mercato ha tutto quel che serve, con la promessa tra l'altro di vedere HyperOS e dare una svecchiata alla MIUI: basta non pretendere prestazioni monstre sotto stress e accettare i compromessi della fotocamera.