POLEMICHE INFINITE

VAR a chiamata, unica soluzione per il caos arbitri

Non si placano le bufere in campo. L'utilizzo della tecnologia non le smorza. Anzi

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© Getty Images

La rivoluzione tecnologica del VAR, partita sette anni fa, non sembra portare benefici concreti. Rendere il calcio sempre più dipendente dalle immagini televisive non ha giovato perché moltiplica i dubbi anziché fugarli. Basti pensare che fino a qualche tempo fa l'arbitro chiamato al VAR giudicava ancora con un margine in autonomia. Oggi ogni "chiamata" al monitor sancisce automaticamente quanto "scoperto" dalla VAR ROOM e sfuggito all’occhio dell'arbitro. I rapporti di forza tra arbitri in sala TV e arbitri in campo sono ormai mutati a favore dei primi.

Questa evoluzione o involuzione non ha portato benefici concreti perché l’interpretazione, come sottolineato anche recentemente dall'allenatore della Juventus Allegri, resta sempre più soggettiva che oggettiva. A farne le spese giocatori, allenatori e anche tifosi. Soprattutto chi è presente allo stadio ha ben poche possibilità di capire perché viene annullato un gol o assegnato un rigore non potendo vedere la tv, che diventa l'unico mezzo attraverso il quale almeno capire cosa sta succedendo e perché.

Parimenti le analisi televisive non sono sufficienti a fare chiarezza come si pensava quando venne varato il Video Assistant Referee.

In un campionato che si gioca con un testa a testa e dove una decisione arbitrale o del VAR presa o mancata può decidere lo scudetto il problema diventa enorme ed è urgente da risolvere.

Non potendo rinunciare alla tecnologia e notando che tutte le squadre in campo hanno sempre qualcosa da ridire su arbitro e VAR per tagliare la testa al toro bisognerebbe assegnare alle squadre due Challenge "a chiamata". Pratica che esiste già in molti sport anche in Italia come il basket e il volley.

Parliamo naturalmente di episodi che non sono già stati trattati dagli arbitri e che quindi sono già stati visti o giudicati. In questo caso l'allenatore della squadra "presunta " danneggiata potrebbe chiamare una volta per tempo l'intervento del Var. Questo alleggerirebbe le pressioni sugli arbitri e parallelamente responsabilizzerebbe i club che non potrebbero poi lamentarsi a fine partita se su un episodio discusso sul quale si è sorvolato.

Altre soluzioni non se ne vedono. Quello da stoppare subito è l'involuzione del VAR non tanto l'ausilio tecnologico che resta indispensabile come dimostra la chiarezza definitiva che è stata fatto sulle reti (gol line tecnology) o sui fuorigioco.

Per capire la gravità della situazione bisogna tornare con la memoria al 2017 quando in Serie A entrò in vigore il VAR. Tutti pensavano che l'ausilio visivo avrebbe tolto di mezzo polemiche e moviole. Mai previsione è stata meno azzeccata. Oggi le polemiche sono quasi più furibonde di quando in campo giudicava solo l'arbitro. Tornare indietro non è più possibile soprattutto in Italia dove vige la cultura del sospetto (con qualche ragione ricordando Calciopoli). Avanti, dunque, con la tecnologia ma con la possibilità per chi si sente vittima di una decisione errata (o di un ... complotto) di chiedere un intervento supplementare. Il VAR "a chiamata" potrebbe non essere la soluzione definitiva ma resta una soluzione per cercare di uscire dal baratro dove il nostro campionato sta precipitando.

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