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Inter, Suning e il prestito di Oaktree: Zhang non perderà mai il club a zero, anzi... incassa

Un documento pubblicato da Panorama svela i termini dell'accordo tra il colosso di Nanchino e il fondo americano

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Quale sarà il futuro societario dell'Inter lo si scoprirà entro fine maggio, se sarà cioè ancora pienamente nelle mani della famiglia Zhang, se sarà invece ceduta o se Suning - terza via - troverà una nuova partnership per condividere la conduzione del club. Al netto di quelle che oggi sono più che altro previsioni o addirittura supposizioni, da ieri c'è per lo meno una certezza. Panorama ha infatti pubblicato in esclusiva un documento - un atto di 30 pagine che arriva da Hong Kong - che spiega i termini dell'accordo a suo tempo stipulato da Suning con il fondo Oaktree in merito al prestito di 275 milioni che va in scadenza, appunto, a fine maggio. Documento che dimostra come la famiglia Zhang, anche qualora non dovesse trovare il modo di rifinanziarlo e non restituisse i soldi al fondo americano, non solo non perderà il club a zero ma dovrà anzi ricevere una cifra decisamente cospicua. Cerchiamo di spiegare dunque il perché.

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Come spiega oggi Calcio&Finanza, il documento pubblicato da Panorama rivela l'esistenza di una clausola che permetterà a Zhang di non perdere l’Inter a zero, nemmeno nel caso in cui il rifinanziamento del prestito con Oaktree non andasse in porto, un "pegno emesso sulle quote di Great Horizon (la holding lussemburghese attraverso cui la proprietà cinese gestisce l’Inter) da parte di Suning Sports International, società di Hong Kong, nell’operazione con cui il fondo californiano ha prestato 275 milioni agli Zhang nel maggio 2021. Un finanziamento che dovrà essere restituito entro il prossimo maggio, con una cifra di indebitamento che salirà intorno ai 380 milioni".

Secondo il documento, firmato il 20 maggio 2021, è infatti presente un dettaglio che lega la possibilità di escussione del pegno con un possibile incasso per gli Zhang: “In qualsiasi momento successivo alla verifica di un Caso di Esecuzione - si legge nel documento - il Security Agent sarà, immediatamente e senza alcuna richiesta, pubblicità o avviso di qualsiasi tipo, autorizzato (ma non vincolato), a sua esclusiva discrezione, a eseguire il Pegno, ai sensi (i) della legge applicabile e/o di questo Accordo e (ii) a eseguire tutto o parte del Pegno in relazione agli Attivi Pignorati in qualsiasi modo ritenga opportuno. Il secuirty agent sarà, in particolare, autorizzato a: richiedere il pagamento diretto da parte della Società di qualsiasi credito dovuto e pagabile che il Pignorante possa avere nei confronti della Società in relazione agli Attivi Pignorati; appropriarsi, o far appropriare da una persona designata, degli Attivi Pignorati al loro Valore Equo di Mercato. Per evitare dubbi, tale valutazione può essere effettuata prima o dopo che sia stata presa la decisione di appropriazione, nel qual caso il Valore Equo di Mercato degli Attivi Pignorati sarà valutato alla data dell’appropriazione. Il security agent può eleggere, a sua esclusiva discrezione, di nominare un’altra persona a cui sarà trasferito il diritto di appropriarsi degli Attivi Pignorati, con l’intesa che tale nomina non pregiudicherà i diritti e gli obblighi dell’Agente di Sicurezza nei confronti del Pignorante, e l’appropriazione degli Attivi Pignorati da parte di qualsiasi altra entità è considerata avere lo stesso effetto anche se l’Agente di Sicurezza avesse appropriato gli Attivi Pignorati da solo”.

Quindi? Quindi ne consegue che la società Inter dovrà essere valutata al “valore equo di mercato”, in caso di esecuzione del pegno. Per quale motivo? Il documento lo spiega poco dopo.  “Il security agent può eseguire il Pegno su tutti gli Attivi Pignorati indipendentemente dal fatto che il ricavato da un’esecuzione del Pegno possa superare il valore delle Passività Garantite, purché le somme corrispondenti al valore degli Attivi Pignorati che eccedono l’importo delle Passività Garantite dovute e pagabili e derivanti dall’esecuzione del Pegno siano trasferite al Pignorante il prima possibile. Il Pegno rimarrà in piena e valida esistenza fino all’esecuzione, allo scarico o alla sua terminazione, a seconda dei casi”, si conclude il documento.

In parole povere, la famiglia Zhang non perderà 'gratis' l'Inter. Anzi, come spiegato dall'avvocato Michele La Francesca nell'intervista concessa ai colleghi di Panorama, riceverebbero una cifra che potrebbe arrivare anche a toccare i 300 milioni: "È ormai chiaro che laddove si giungesse all’escussione per il mancato pagamento del prestito alla scadenza convenuta, Zhang è comunque rassicurato dal fatto che la perdita dell’Inter avverrà secondo il giusto valore di mercato che tale club avrà al momento dell’appropriazione da parte del creditore. D’altronde, sarebbe stato un clamoroso autogol, da parte del patron nerazzurro, concedere il pegno sul 99,60% delle azioni della società milanese e perdere conseguentemente il club, a fronte di un prestito di 275 milioni di euro; importo, quest’ultimo, che difatti era certamente inferiore al valore che aveva il club all’epoca dell’erogazione del finanziamento. Volendo esemplificare - ha spiegato il legale - ipotizzando un possibile valore di mercato del club nerazzurro di 1,2 miliardi di euro e considerati gli impegni finanziari di circa 750 milioni che ovviamente vanno detratti dal suddetto valore, nonché detraendo i 380 milioni di credito vantato da Oaktree alla scadenza del prestito, l’importo che potrebbe essere refuso a Suning può essere indicato nella misura di 70 milioni di euro (circa). Suning, inoltre, farebbe definitivamente suoi i circa 125 milioni tuttora in pancia a Grand Tower. In totale la famiglia Zhang si metterebbe in tasca quasi 200 milioni di euro. Se, invece, il valore del club meneghino fosse stimato nella misura di 1,3 miliardi, Suning potrebbe portare a casa quasi 300 milioni di euro".

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