SPAGNA

Caso Granada, chiesti 12 anni di carcere per Gino Pozzo

 Il figlio del patron dell’Udinese e del Watford ed ex proprietario del club spagnolo al centro di un'indagine dell’Anticorruzione iberica

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La Procura Anticorruzione spagnola ha sollecitato una condanna a 12 anni di carcere per Gino Pozzo, attuale proprietario del Watford inglese, ex patron del Granada CF e figlio del proprietario dell'Udinese, Giampaolo. Lo riporta oggi El Pais citando fonti della Procura, secondo cui Pozzo, ai tempi in cui era proprietario della squadra granatina, fra il 2009 e il 2016, assieme al presidente del Granada CF, Enrique Pina Campuzano, detto Quique, - per il quale è stata richiesta la stessa pena - mise in atto "un piano criminale sul lungo periodo" per ottenere il controllo del club e frodare milioni al Fisco, mediante una rete di imprese e "complessi" movimenti di denaro proveniente dall'ingaggio di calciatori.

Dopo oltre cinque anni di indagini, la Procura ha ultimato l'impianto accusatorio in vista dell'apertura del giudizio annunciata dall'alto tribunale dell'Audiencia Nacional. Secondo la richiesta, "gli accusati misero in atto un piano criminale su vasta scala che, partendo dal controllo del Granada CF nel 2009, e mediante l'esecuzione di una complessa strategia, permetteva loro che i guadagni ottenuti dal club nel trasferimento di calciatori professionisti, venissero spostati in Lussemburgo senza pagare le tesse in Spagna, ottenendo così un notevole lucro economico in danno dell'Agenzia pubblica delle Finanze" spagnola.

A tal fine, Gino Pozzo e Quique Pina " svuotarono la tesoreria del club" Granada CF e simularono la necessità di ricorrere a finanziamenti da parte di una compagnia del Lussemburgo, la Fifteen Securitisation, secondo l'accusa. La trama di imprese che avrebbero messo in piedi, secondo la Procura per nascondere gli utili ottenuti, si estendeva in Italia, Lussemburgo ed Emirati Arabi.

Accusato di riciclaggio di capitali nella cessione di calciatori e reati contro le finanze pubbliche, Quique Pina, ex calciatore e agente, consigliere delegato e già direttore sportivo del Cadice FC ed ex proprietario della squadra Città di Murcia, fu messo in carcere preventivo nel 2018 senza cauzione dal giudice istruttore dell'Audiencia Nacional Jose de la Mata, per il rischio di distruzione delle prove, in un altro filone dell'inchiesta.

Oltre alla richiesta dei 12 anni di carcere, la pubblica accusa, che segnala Pozzo come il capo della truffa, reclama per lui e per Pigna - e altri due imputati nell'inchiesta - multe milionarie per il danno all'erario: 35 milioni di euro al figlio del proprietario dell'Udinese. L'anticorruzione sollecita inoltre una condanna del Granada come persona giuridica al pagamento di 27 milioni di euro per tre reati fiscali.

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