È stato individuato il primo tifoso dell'Udinese responsabile degli insulti razzisti al portiere del Milan Mike Maignan durante la partita di sabato sera a Udine, che ha portato alla sospensione della gara per 5' nel primo tempo dopo le proteste dello stesso giocatore rossonero, che ha abbandonato la porta. Questo è stato possibile anche grazie a uno dei video postati sui social dai tifosi della squadra friulana durante dopo la fine del match. Ha ripetuto per 12 volte "negro di m...". Si tratta di un uomo di 46 anni della provincia di Udine, già conosciuto dalle forze dell'ordine e nei cui confronti il questore Alfredo D'Agostino ha emesso un Daspo della durata di 5 anni. È stato denunciato in stato di libertà. L'Udinese lo ha subito bandito a vita dallo stadio.
Gli accertamenti della polizia sono stati rapidissimi. Il personale specializzato della Questura ha ricevuto le immagini delle telecamere del 'Bluenergy Stadium' e della produzione televisiva attorno alle 11 di stamani. Gli esperti si sono messi al lavoro e in poche ore hanno individuato e identificato il primo tifoso che ha urlato espressioni razziste. Approfondimenti sono in corso anche su altre due persone che si trovavano in un settore, sempre alle spalle della porta, ma leggermente lontani dal tifoso individuato.
COMUNICATO UDINESE: "PRIMO RESPONSABILE DEGLI INSULTI BANDITO A VITA DALLO STADIO"
Immediata la reazione dell'Udinese, come aveva annunciato il dg Collavino: "Udinese Calcio comunica, a valle dell’individuazione del primo responsabile dei deplorevoli insulti razzisti a Maignan, che il soggetto in questione sarà, a tempo indeterminato, bandito dal nostro stadio con effetto immediato - si legge nella nota - La società conferma il suo impegno contro il razzismo e ritiene fondamentale l’applicazione di misure forti per mandare un concreto messaggio contro le discriminazioni, non solo nel calcio, ma nella società. Il Club tempestivamente, già da sabato sera, ha lavorato in stretta collaborazione con le Autorità mettendo a disposizione tutte le sue telecamere e la strumentazione d’avanguardia di cui è dotato il Bluenergy Stadium al fine di dare un riscontro rapido alle indagini ancora in corso. L’Udinese ringrazia la Questura di Udine per la collaborazione e conferma la sua fermezza nel colpire i responsabili degli insulti che infangano l’etica sportiva del club, della Regione, della città di Udine e di una tifoseria che, da sempre, sono un modello di integrazione e rispetto".