C'è finito anche lui nel calderone del caso scommesse: impossibile dimenticare la polizia che entra a Coverciano nella serata del 12 ottobre scorso per ascoltare Sandro Tonali e Zaniolo. Zaniolo appunto, che da subito ha negato di aver scommesso sul calcio a differenza dell'ex Milan, attualmente fermato. Il 24enne ligure, adesso all'Aston Villa, ha sempre mantenuto una posizione chiara, spiegata ai pm, e ripetuta anche nel corso dell'intervista concessa alla Gazzetta: "Credo sia brutto essere tirati in mezzo a una storia del genere senza avere fatto niente di grave. Anche se poi tutto è andato bene, non è stata una cosa bella. Ma non posso dire nulla sulle indagini. La cosa importante è che sia finita".
E ancora: "Ha presente come posso aver vissuto l’arrivo della polizia a Coverciano? Un incubo". Dichiarazione scontata ma quanto mai vera per l'ex Roma, protagonista in questi mesi con i Villans di Emery che stanno stupendo nei primissimi piani in Premier League. "Adesso mi sento meglio naturalmente, ma avevo già cominciato a sentirmi così dopo l’incontro con la procuratrice, quando è stata accertata la verità di quello che dicevo. Paura non ne ho mai avuta, sapevo come avevo operato. O meglio, che non avevo fatto. Chiariamo: io ho giocato su cose da casinò, ma non ho mai scommesso. Comunque ho sbagliato lo stesso, non posso negarlo, ma non sapevo fosse una piattaforma illegale. Le dico che la nostra è una vita… come dire… a doppio taglio. Lo so abbiamo i soldi, possiamo permetterci cose a cui la maggior parte delle persone non può arrivare, però spesso siamo costretti a stare da soli".