Il servizio andato in onda alla trasmissione 'Le Iene' ha solo dato maggiore eco a ciò che, in realtà, era emerso già da un paio di mesi: il mandato del presidente Pacifici scadrà il prossimo giugno e l’Aia, in vista delle prossime elezioni, è spaccata al suo interno tra chi sta con Rocchi (che potrebbe diventare il nuovo presidente) e chi spinge per un ritorno di Trentalange (oggi a capo dell'osservatorio AIA sulla violenza contro gli arbitri).
Da qui ad affermare che questa rottura influenzi comportamenti e decisioni di arbitri e VAR ne corre, ma la frattura c’è ed è implicitamente ammessa dalla stessa AIA attraverso le parole del comunicato con cui risponde alle rivelazioni fatte dell’arbitro (vero o presunto) alle Iene: "Riteniamo che se dietro a tale mossa ci fossero motivi di politica interna, sarebbe un fatto molto grave".
Gianluca Rocchi ha a disposizione 47 arbitri, 84 assistenti, 14 VMO e 5 assistenti VMO (totale: 150 elementi… “Troppi!”, ripete sempre) e sa benissimo che con così tante persone da gestire è inevitabile avere a che fare con una frangia di scontenti. Da parte nostra, possiamo confermare che all’interno dell’organico arbitrale ci sia chi è convinto che il designatore abbia un occhio di riguardo verso i big. In che modo? Secondo gli ‘scontenti’, proteggendoli se sbagliano ed evitando magari di mostrare e spiegare in TV e nelle riunioni tecniche i loro errori.
Tornando al servizio delle Iene, all’AIA sono convinti (o almeno hanno il forte sospetto) che sia figlio proprio delle ‘beghe’ politiche interne all’associazione e che miri a colpire Rocchi. Il designatore si ritrova così a dover svolgere il suo lavoro prettamente tecnico con la sensazione che dall’interno, per motivi politici, qualcuno cerchi di rendergli la vita difficile, e vive questa situazione con un po’ di tensione.
Il giorno dopo il servizio andato in onda su ITALIA 1 ha infatti convocato d’urgenza una conference call plenaria in cui ha ribadito ai suoi uomini l’intenzione di non farsi intimidire e l’invito a restare uniti. Risulta poi che l’assistente internazionale Carbone, il VAR Mazzoleni e in particolare Orsato (rappresentante dei fischietti) abbiano alzato i toni accusando il presunto arbitro incappucciato di non avere il coraggio di mostrarsi e di non essere un uomo.
Anche Telelombardia-Top Calcio 24 ha provato a fare luce sull’argomento. Stando a quanto riporta l’emittente lombarda, un dirigente AIA che preferisce rimanere anonimo ha rivelato loro che: 1) all’AIA hanno il sospetto che chi ha parlato alle Iene sia un assistente piuttosto che un arbitro; 2) Le decisioni ondivaghe del VAR non dipendono da ‘dispetti’ tra colleghi, ma sono semplicemente figlie di sensibilità arbitrali diverse da parte di chi sta davanti al monitor; 3) La panchina della Roma e Mourinho creavano un clima tale per cui nessuno era contento di essere designato sulle partite dei giallorossi (ma questo non significa affatto che qualcuno osasse ‘rifiutare’ la designazione); 4) La prima ammonizione di Simeone nella finale di Supercoppa sarebbe stata definita dai vertici AIA “sotto soglia” (cioè, un po’ forzata).
A proposito di Supercoppa, veniamo alla questione Rapuano. Rocchi nell’intervallo gli ha parlato influenzando il cambio di rotta nel secondo tempo (come ha scritto, ma col condizionale, Il Mattino di Napoli)? L’AIA ha risposto così nella nota pubblicata ieri: “L'AIA respinge le supposizioni, pubblicate su alcuni siti on line, inerenti la discesa negli spogliatoi del Responsabile della CAN Gianluca Rocchi, durante l'intervallo della finale di Supercoppa Italiana. Tale decisione è infatti legata, come è evidente, alla comunicazione all'arbitro dell'autorizzazione FIGC ad osservare un minuto di silenzio ad inizio secondo tempo per la scomparsa di Gigi Riva“.
Stando alle nostre verifiche, ci risulta che le cose stiano davvero così: Rocchi ha comunicato a Rapuano la decisione di osservare un minuto di silenzio per Riva e non ha mai parlato nell’intervallo a un direttore di gara, né mai lo farà. Il suo modus operandi prevede di lasciare l’arbitro tranquillo, di non mettergli pressione (ce n’è già abbastanza) e di dare poi una valutazione sul suo operato solo ed esclusivamente a gara conclusa.
Certo, risulta che la gestione dell’aspetto disciplinare da parte dell’arbitro di Rimini nella finale di Supercoppa abbia deluso e contrariato parecchio il designatore.
Ma non è vero che la delusione per la direzione di Rapuano (che comunque finora stava facendo bene) e le ultime polemiche abbiano spinto Rocchi a cambiare registro per quanto riguarda le scelte che farà nel girone di ritorno: il designatore aveva preannunciato questo cambio di rotta già nella conferenza stampa del 12 gennaio a Coverciano. Questa la sua dichiarazione: “Si entra in una fase calda del campionato, con partite delicate. Finora ho dato molto spazio ai giovani a costo di vederne qualcuno scivolare, ma da adesso manderò a dirigere solo i più bravi e i più esperti. Poi, se e quando la situazione offrirà partite adatte a farlo, continuerò a investire sui giovani, perché ci tengo”.
La partita delicata per eccellenza sarà, ovviamente, Inter-Juventus del 4 febbraio, per la quale possiamo anticiparvi l’elenco dei tre arbitri in lizza: Guida, Maresca e Mariani. Essendo Maresca e Mariani totalmente assenti dal panorama delle designazioni di questo weekend (mentre Guida, già scelto per il Derby d’Italia all’andata, sarà AVAR in Cagliari-Torino e VAR in Milan-Bologna), viene da pensare che il designatore li stia preservando per puntare proprio su uno di loro due.