Nuovo capitolo della questione nuovo stadio di Inter e Milan. Il sindaco di Milano Sala spinge perché le due squadre scelgano l'opzione della ristrutturazione di San Siro senza lasciare la città in cerca di alternative (San Donato per i rossoneri e Rozzano per i nerazzurri). "Ci sono tanti motivi di buon senso, dal lato nostro, che ci dicono che questa opzione di ristrutturare San Siro è l'opzione - ha detto il sindaco di Milano intervenendo in commissione consiliare dove è stato presentato il progetto per la ristrutturazione del Meazza dell'architetto Giulio Fenyves dello studio Arco Associati. Il progetto "ha alcuni elementi di novità - ha aggiunto il primo cittadino -. Ma la cosa più importante è che si possono fare i lavori senza chiudere lo stadio e questa è una questione dirimente. Io capisco le società che dicono che in caso di ristrutturazione dovrebbero andare per due anni in uno stadio piccolo, dando un disagio ai tifosi e che quindi sarebbe un problema".
"È chiaro che da sindaco di Milano e della città metropolitana non farei nulla per oppormi alle ipotesi di nuovi stadi in Comuni che non siano Milano - ha concluso -. Ciò non toglie che si possa ragionare sul fatto che dobbiamo fare di tutto per fare rimanere le squadre a Milano".
IL PROGETTO DI ARCO ASSOCIATI
• Lo stadio è pensato nel mezzo di un parco tematico, circondato e completato da edifici di servizio, aperti e accoglienti. Lo spazio circostante assuma i connotati di piazza urbana capace di offrire condizioni di piena abitabilità sia durante gli eventi sia in mancanza di essi. Il rapporto con il quartiere e la città sia di continuità morfologica e ambientale.
• Le funzioni interne, i servizi primari e accessori, sono pensati a favore della congruità, della comodità e dell’efficienza, in un’ottica di organico equilibrio tra le parti.
• Il nuovo stadio non deve essere solo sicuro ma percepito come tale, secondo standard qualitativi internazionali: la gestione dei flussi, la chiarezza di comunicazione, la qualità dei sistemi tecnologici di sicurezza, i controlli e monitoraggi continuativi degli apparati entrano in una logica di sistema.
• Connettività, servizi on demand, comunicazione, acquisti: lo stadio diventa smart e offre nuove modalità di fruizione dell’evento e di ogni altra manifestazione al contorno.
• Materiali, energia, compensazioni: qualunque evento, qualunque azione, qualunque scelta progettuale deve essere subordinata ai temi emergenziali legati all’ambiente, al clima, alla natura.
Il 4° Anello: nuove aree per ospiti, vip, aree comuni, bar, servizi, e meeting. Il progetto prevede l’inserimento di un nuovo corpo di due piani praticabili in virtù della parziale demolizione delle tribune del primo anello. Lungo una superficie di 10 230 mq da moltiplicare per 2, quindi 20.460 mq, potranno essere disposti e organizzati tutti quei servizi integrativi alla tradizionale fruizione degli eventi. Questo quarto anello, si raggiunge velocemente dall’esterno attraverso nuovi corpi scala e ascensore e si troverebbe alla quota ideale per la migliore visibilità del campo. Altrettanto veloce sarebbe l’evacuazione. La coerenza con il passo strutturale delle campate esterne (che reggono il secondo anello) permette una piena modularità e quindi flessibilità funzionale nonché una relativa “facilità” costruttiva.
DE CHIRICO: "NUOVA BASE PER DIALOGO CON INTER E MILAN, NO A DECADIMENTO DELLA ZONA"
Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia al Comune di Milano, ha commentato quanto avvenuto quest'oggi alla Sala Consiliare del Comune meneghino. "Oggi abbiamo presentato uno studio realizzato da un pool di professionisti, capitanati dall'arch. Giulio Fenyves di Arco Associati. Insieme abbiamo valutato tutte le criticità emerse nei 4 anni e mezzo in cui si è parlato di stadio, abbiamo analizzato le posizioni delle parti coinvolte e ascoltato la voce della Città e dei residenti - le sue parole -. Le squadre hanno bisogno di una struttura più moderna e funzionale, se non l’avranno in San Siro andranno via. Senza i soldi di Milan ed Inter, Milano dovrebbe farsi carico di spese di gestione (circa 10 milioni di Euro l’anno) che non può permettersi di investire per tenere attivo lo stadio solo per i concerti. Se non si dovesse raggiungere un accordo, il Meazza verrebbe pian piano dismesso piegando l’intera area al degrado. I milanesi non necessitano di un mausoleo da mantenere con le proprie tasse, ma hanno bisogno di sicurezza, di servizi, di più verde e di una riqualificazione delle aree in declino del quartiere. Siamo giunti a un documento che è la base di partenza per un nuovo dialogo con Milan e Inter, un progetto che si spera possa coniugare gli interessi di Milano e delle società di calcio. Le squadre volevano una nuova arena e all’epoca la soluzione migliore era abbattere il Meazza. Il vincolo ha cambiato le condizioni e ora la priorità è cercare di mantenere lo stadio a Milano per non pesare sulle tasche dei contribuenti e per non condannare la zona al decadimento".