Tra i cori che hanno infiammato il derby di Roma più pazzo della storia recente, si sono uditi anche quelli che offendevano Francesca Costa, la mamma di Nicolò Zaniolo.
Epiteti poco lusinghieri su cui la donna - popolarissima su Instagram - è tornata con un post dedicato al figlio, fra i migliori della squadra di Fonseca: “Agli insulti cantati da individui così educati, le cui madri saranno orgogliose di loro - scrive Francesca - tu hai risposto sul campo nel miglior modo possibile... La mamma di Zaniolo è così orgogliosa di essere tua mamma che non serve dire altro...”
A mente fredda, ripensando a quei cori, che stato d’animo le suscitano?
Innanzitutto chi continua ad attaccarmi non ha capito il senso del mio post: io parlavo a mio figlio, e solo a lui; volevo sottolineare quanto avesse avuto le p...e , è stato il miglior è in campo nonostante questi cori maleducati. Non lo sto certo difendendo, non ne avrebbe bisogno; ma volevo ringraziarlo, mi rende orgogliosa. Volevo dirgli che ha le spalle larghe e che penso che possa affrontare qualunque cosa se non si fa scalfire da migliaia di persone che insultano sua madre.
Una mamma per molti “ingombrante”: lei come si sente, al centro di tutta questa attenzione?
È allucinante che mi dicano che voglio diventare famosa alle sue spalle, questo è inaccettabile. Instagram non è un lavoro, è semplicemente il mio spazio social, come tutti ne hanno almeno uno. Pubblico foto banalissime, che possono piacere o meno, ma l’ho sempre fatto. Sono gli altri che hanno creato questa situazione, forse se mi seguissero meno non ci sarebbe alcun problema.
Questa situazione la fa soffrire? Può danneggiare Nicolò?
Io rispondo a tutti, senza problemi. Non ho nulla da nascondere, né per cui vergognarmi; e non ho la presunzione di non rispondere perché mi sento “migliore”. Mi fa sorridere quando mi dicono che Nicolò potrebbe soffrirmi: mio figlio soffre di più a sentire un coro contro sua madre. Dicono che Nicolò disapprovi le mie foto, ma non è vero, se lo sono inventato. Dicono che devo pensare a fare la mamma: ma chi sono loro per giudicarmi? Io faccio la madre 24 ore al giorno, vivo con lui, lo seguo, lo accompagno dove serve e quando Nicolò non è impegnato con la squadra praticamente sta sempre con me. Dedico la mia vita a lui, anzi è l’altra mia figlia che casomai potrebbe “lamentarsi” visto che è lontana. Ma io sono questa, più mi criticano e più insisto.
Come ha reagito Nicolò agli insulti dell’altra sera?
Entrando in macchina, si è girato verso suo padre e gli ha chiesto: “Ma i cori alla mamma?” Aveva la faccia di chi voleva dire “è stata tosta” ma io gli ho detto subito che era stato bravo, che era come se non li avesse sentiti. Mi scrivono che quegli insulti sono partiti in risposta ad un fallaccio fatto da Nicolò: mi limito a dire che c’erano arbitro e Var a giudicare e che i cori li intonavano già nel pomeriggio a Ponte Milvio. Li chiamano sfottò, ma gli sfottò sono altri. Mi dicono: “Ci sono sempre stati”, ma non per questo, sono giustificabili. Io uso molto l’ironia, e con mio marito ci abbiamo riso su. Ma non è certo simpatico, mi dispiaceva per mia figlia. Poi le abbiamo un po’ spiegato e... vabbè, pazienza. Ma un ragazzo di 20 anni che non si fa deconcentrare da una cosa così, per me resta un vanto.
La giovane età ha però giocato a Zaniolo qualche scherzo di troppo in azzurro: niente Nazionale maggiore per questioni disciplinari. Come avete reagito?
Un po’ ce lo aspettavamo. Se non ti meriti la Nazionale è giusto che non ci vada, e se questo ti fa crescere ben venga. Anche io lo punivo da piccolo, e una punizione così, penso che serva. Lui dice che è giusto così. Ovviamente gli spiace, la Nazionale maggiore è un vanto, ma la decisione è autorevole. È felice anche di poter dare una mano a Mister Nicolato, il CT dell’Under 21, che praticamente lo ha scoperto e per cui nutre grande riconoscenza. E non credo che sarà in camera con Kean stavolta... (ride)... Dopo il derby era molto motivato. Anche la sera prima di giocare era carichissimo e quando venivamo via dall’Olimpico continuava a dire al papà quanta adrenalina gli lasciassero partite come quella contro la Lazio...
Vorreste un po’ più di silenzio intorno a voi?
Io dico che qualche giorno fa, quando ho spento le candeline per il mio compleanno, non avrei saputo cosa chiedere di più. Avevo tutto: Nicolò lo conoscete, l’altra mia figlia è bravissima, sono felice così. E ormai ho capito come funziona, magari l’anno scorso ne avrei sofferto di più, ora sono abituata. Quello che non sopporto è che mi attribuiscano fatti, intenzioni o sentimenti mai neanche immaginati. Questo sì che può turbare mio figlio; ma il resto è tutto a posto. Sono felice che sia rimasto a Roma, felice che questo allenatore stia facendo crescere la sua autostima, che l’anno scorso, verso la fine, aveva invece un po’ perso.
Che anno è stato, quello passato?
Erano successe troppe cose, a fine stagione è arrivato il conto. Oltre che fisicamente, psicologicamente. Andando via Di Francesco la situazione è cambiata, “Di Fra” era il “suo”mister, l’altro (Ranieri) no. Ma ci sta, tutti gli allenatori non sono uguali.
Ora mi racconta che sta bene con i compagni, che si sente “più giocatore”, più consapevole. L’anno scorso doveva un po’ trovare la sua strada, oggi si sente importante, sa di doversi prendere delle responsabilità - e la reazione ai cori è per me una conferma. Se è maturato? Datemi ancora un po’ di tempo, siamo ancora troppo vicini all’estate... (ride)... Di sicuro è molto determinato. Ora, ad esempio, segue anche una dieta specifica...
Una Roma per la prima volta senza senza Totti e De Rossi...
A Daniele era legatissimo, per Nicolò è stato un po’ come un fratello maggiore, lo consigliava... E anche quando mi hanno scippata è stato lui ad accompagnarlo subito da me... Da De Rossi si sentiva “protetto” e da parte sua Daniele, già dal primo messaggio scritto il primo giorno a Nicolò, lo ha fatto sentire come uno di famiglia. Totti era già dirigente, aveva un ruolo diverso.
Con Totti - parallelo precoce, ma insistente - cosa sente di condividere?
Di Totti sicuramente abbiamo preso la casa... (ride)... Lì ci troviamo bene, ci piace moltissimo. Ho solo un desiderio per questa nuova casa: starci tranquilla. Non sarei tornata a a vivere dove eravamo prima, avrei associato quella casa a quel brutto episodio dello scippo. Ho preferito cambiare. Io la penso come Totti: Nicolò deve ancora dimostrare tutto, lui dice “magari essere una briciola di quello che è stato Totti”. Non si sente assolutamente “arrivato”, ma lo lascerei al suo percorso. Nicolò è Nicolò, i paragoni mi sembrano eccessivi.