L’occasione è di quelle che non ti puoi lasciar scappare: un viaggio a Chamonix nella settimana dell’UTMB, l’Ultra Trail du Mont-Blanc. Ad offrircela è Garmin che, in modo davvero azzeccato, ha scelto proprio le giornate clou di uno degli eventi più importanti del trailrunning a livello globale per presentare l’attesissimo Fenix 6. Pronti via e di primo mattino lasciamo la modernissima sede italiana dell’azienda statunitense (di Kansas City) alla volta delle Alpi Occidentali. La Valle d’Aosta scorre fuori dai finestrini insieme ai ricordi sempre dolci ed a tratti terribili dei mesi scorsi. Ripenso al Walser Trail di Gressoney sotto la grandine alla fine di luglio ed alla bufera di neve “fuori tempo massimo” del Quart Trail di metà maggio.
Rivivo l’atmosfera conviviale dei press days del Trofeo Mezzalama a Champoluc e del Tour du Rutor ad Arvier e nella Valgrisenche, due degli appuntamenti dello scialpinismo agonistico più importanti al mondo e tappe del circuito La Grande Course. Questa volta però la strada prosegue oltre e, dopo la pausa caffè a Courmayeur, ci infiliamo nel traforo del Monte Bianco e poi giù a Chamonix. Stravolta, sconvolta, travolta dalla “febbre” UTMB. Roba che, per chi ha il fuoco di questa passione dentro, già dopo pochi minuti ti fa dire:”ma io da qui non voglio più venire via!”. Soprattutto quando ti perdi per delle ore a girare tra gli stand del Salon de l’UTMB …, allestito in Place du Mont-Blanc. Quindi (e senza tanti giri di parole) grazie Garmin per l’invito a far parte della ristretta elite di giornalisti italiani in occasione della presentazione alla stampa internazionale del Fenix 6 appunto, la nuova generazione dello smartphone GPS multisport di riferimento a livello mondiale. Balza subito all’occhio l’aumento delle dimensioni del display.
Ma non ci si ferma ovviamente qui. Tre le versioni: Fenix 6, Fenix 6X e l’innovativo Fenix 6x Pro Solar in grado ai garantire maggiore durata alla batteria grazie alla luce solare. Tutte e tre dotate di funzioni esclusive come il Power Manager, il Pace Pro (che aiuta a mantenere un ritmo allineato alla propria strategia di gara), oltre a sei funzioni wellness e poi ancor Smart notification, musica, pagamenti contactless tramite Garmin Pay. In fondo alla sala del Centre de Congrès Le Majestic, per ora presenza discreta (ma riconoscibilissima a chi un po’ “ne mastica”) siede Hervé Barmasse che Garmin ha scelto come testimonial di giornata (ma non solo, ovviamente) e come nostra guida di lusso per le prossime ore qui a Chamonix e … in alta quota. Si perché, terminato il lancio del Fenix 6, il programma prosegue con uno dei suoi momenti più attesi: quattro passi lungo le strade affollate della cittadina ci portano alla stazione di partenza della funivia che, passando dalla stazione intermedia di Plan de l’Aiguille, ci “recapita” in un tempo incredibilmente breve ai 3842 metri slm della stazione di monte dell’Aiguille du Midi: un nido d’aquila che teme pochi confronti a livello planetario dal punto di vista del panorama e della suggestione non solo visiva. Il colpo d’occhio sulla Vallée Blanche e sulla vetta principale del Monte Bianco toglie il fiato.
Ed è sufficiente ruotare appena il collo per inquadrare alcuni dei gioielli delle porzioni italiana e svizzera del massiccio che da qui non si fa pregare per mettere in mostra la propria sconfinata imponenza. Il tempo di un paio di scatti al lontano ma inconfondibile Dente del Gigante ed alle pareti delle Grandes Jorasses (senza nel contempo perdersi una parola di Barmasse che ci illustra tutto con la padronanza di chi descrive il … giardino di casa), che il cielo - da azzurro che era - inizia a velarsi: perdiamo lo scintillio del plateau glaciale ma guadagniamo l’esperienza del passaggio rapidissimo ad un’atmosfera selvaggia, misteriosa ed intimidatoria: la nebbia ormai ci circonda, nasconde completamente il paesaggio ma rende ancora più intense le riflessioni di Hervè nell’intervista che realizziamo … sotto il nevischio e che proseguiranno tra qualche ora a cena, quando avremo modo di conoscere meglio il suo modo ad un tempo modernissimo e romantico di intendere la montagna. Si perché Hervé, prima che alpinista di punta, ama definirsi con orgoglio un montanaro.
Caratteristica che ce lo fa apprezzare ulteriormente, al di là delle sue realizzazioni alpinistiche passate e dei sui programmi futuri che prevedono, nell’immediato, una spedizione autunnale in Nepal, che con il suo aiuto presenteremo nelle prossime settimane, per poi seguire e darne conto nei mesi a venire. Per intanto, lo lasciamo, riportandovi uno dei passaggi a nostro dire più significativi dell’intervista … nella nebbia. “… Dobbiamo affrontare questo problema: ha più senso – se siamo uomini di montagna e amiamo la montagna – arrivare in cima a tutti i costi o rispettarla? Io oggi lo dico sempre: il più bravo alpinista è quello che rispetta la montagna. Questo lo può fare il turista, il dilettante, l’amatore e il professionista. Ma si deve anche avere il coraggio di fallire. Fallire in montagna non è un insuccesso, è semplicemente un’esperienza e da quell’esperienza in realtà trai sempre alcuni messaggi, cresci come uomo. Dunque secondo me anche fallire in montagna è bello” La nostra piccola “spedizione” a Chamonix prosegue intanto all’indomani con una corsa mattutina di allenamento nella Foret des Tines a nord della cittadina: l’occasione ideale per testare al nostro polso il Fenix 6 di Garmin e magari progettare di allacciarne di nuovo uno al polso tra un anno … da queste parti: per la prossima edizione dell’UTMB! Questo almeno è quello che abbiamo pensato noi, poche ore dopo il nostro piccolo test, raggiungendo Place du Triangle de l’Amitié. Mescolandoci ai duemila atleti in attesa del via, invidiandoli moltissimo, ricoprendoli di applausi al momento dello start. Sognando, appunto, di tornare qui ma … stavolta dall’altra parte della transenna, con il pettorale addosso e un’avventura incredibile davanti.