Parte l'assalto di Bologna alla Coppa Italia, l'unico trofeo italiano che la Virtus non ha vinto sotto la presidenza di Massimo Zanetti. Tra i giocatori che sentono l'importanza di questa competizione, dopo tre anni a Bologna, c'è Isaia Cordinier: il francese, che con la Virtus ha vinto due Supercoppe e un'EuroCup, ha raccontato questa responsabilità a "Il Resto del Carlino".
"La Final Eight è una competizione molto dura, si giocano tre partite in pochi giorni. Bisogna affrontarla con una condizione mentale nuova, ogni errore può essere fatale e non hai la possibilità di rimediare: se perdi vai a casa, se vinci in brevissimo tempo devi azzerare tutto in vista della gara successiva. Serve restare dentro la competizione con la testa e con il fisico".
Anche se, rispetto all'edizione scorsa, la Virtus è molto diversa. "Siamo più consapevoli dei nostri mezzi e vogliamo confermarci. La Coppa Italia è una competizione che il club vuole vincere, è da tanti anni che manca alla Virtus, vogliamo tornare a casa da Torino con il trofeo sul pullman".
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Tra i punti di forza della Virtus ci sono le continue rotazioni, che permettono a coach Banchi di sfruttare tutta la profondità del roster. "Questo è un aspetto caratteristico della nostra identità, ognuno sa di poter dare il suo contributo quando viene mandato in campo. Proviamo a esprimere sul campo i concetti dell'allenatore e, a seconda dell'avversario, c'è chi ci riesce meglio".
Recentemente si è parlato di un suo futuro in NBA. "Sono voci che vengono puntualmente smentite. Sono un professionista che ama la Virtus, penso solo alla Coppa Italia e a finire la stagione nel migliore dei modi tra campionato e Eurolega. Sarei felice se la NBA bussasse alla mia porta, ma ora mi concentro su cose concrete".
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Anche perché in estate ha sciolto i suoi dubbi, accettando di restare a Bologna. "Abbiamo riflettutto entrambi, io e il club. Dovevo capire se la Virtus era il posto migliore per me e il club doveva valutare se io ero il giocatore di cui aveva bisogno. Abbiamo condiviso questi aspetti e fortunatamente sono qui". Per provare a vincere, ancora.