Mikaela Shiffrin difficilmente tornerà in corsa per la vittoria della Coppa del Mondo di sci alpino femminile. Il percorso di recupero dopo la caduta nella discesa libera di Cortina d'Ampezzo si è allungato più del previsto e ciò la spingerà a saltare sia gli appuntamenti di velocità in programma a Crans Montana il prossimo weekend che quelli previsti a fine mese in Val di Fassa e a Kvitfjell. Una vera e propria pietra tombale per la fuoriclasse americana che si è vista sorpassare dalla svizzera Lara Gut-Behrami, particolarmente in forma e lanciata verso la seconda Sfera di Cristallo della carriera.
La statunitense era stata chiara sin dall'inizio: il rientro in pista sarebbe arrivato soltanto quando le condizioni fisiche l'avrebbero consentito, motivo per cui affrontare gare di velocità in questo momento al fine di difendere il trofeo non sembra esser un rischio accettabile. "Stiamo lavorando su una tempistica di 4-6 settimane dall'incidente, viste le lesioni riportate: distorsione del legamento collaterale mediale, distorsione del legamento Tib-Fib sia al ginocchio sia alla caviglia e contusioni ossee. Sapevamo che Åre sarebbe stato l'obiettivo, ma non escludevamo una tempistica più breve nel caso in cui i miei sintomi e la mia tolleranza al carico fossero migliorati più rapidamente - ha spiegato Shiffrin in un'intervista rilasciata a The Telegraph -. Avevamo bisogno di vedere come il mio ginocchio avrebbe risposto a un po' di recupero e a una progressione del carico in uno stimolo specifico per lo sci. È stato un approccio 'giorno per giorno' e la nostra progressione è stata dettata da criteri oggettivi. Non gareggerò a Crans Montana, ovviamente, ma questo non è mai stato nei miei piani per questa stagione. Attualmente stiamo dando la priorità al ritorno nelle specialità tecniche. Sto migliorando ogni giorno. Stiamo pianificando di introdurre lo sci nel mio programma di riabilitazione nel corso della prossima settimana e valuteremo la mia risposta quotidianamente.Uno degli elementi più importanti per tornare ad allenarmi sulla neve e a gareggiare in modo sicuro è assicurarmi di avere una potenza e una rapidità simmetriche, cosa che non è ancora avvenuta".
L'atleta più vincente di questo sport ha parlato anche del rischio di dover fronte agli infortuni dopo che, durante la stagione in corso, diverse colleghe si sono dovute fermare per problemi fisici emersi durante l'attività, da Sofia Goggia a Petra Vhlova passando per Corinne Suter e Michelle Gisin. "Il rischio di schiantarsi e di avere non solo infortuni che interrompono la carriera o la stagione, ma infortuni che alterano la vita… è un peso molto grande da portare con sé. Soprattutto quando lo hai sperimentato in prima persona, immagino che la prospettiva cambi un po’. Non lo nego. Ma si tratta di valutare il rischio rispetto al rendimento, credo. Mi sento responsabile. Sono sempre stata molta consapevole dei rischi. In futuro tenderò a ritirarmi dalle gare di velocità con condizioni discutibili, più di quanto sono disposta a gestire”.
La medesima situazione è stata vissuta anche dal fidanzato Aleksander Aamodt Kilde che ha interrotto la propria stagione a Wengen dopo un terribile volo nelle reti proprio in vista del traguardo. Un incidente che ha scalfito il fisico del norvegese, ma non il morale della compagna che continua a fargli compagnia durante questo periodo di convalescenza come mostrato sui propri social. "Cerco di essere onesta al riguardo. E i miei allenatori, la mia squadra, anche mia madre: mi affido a loro per aiutarmi a guidarmi in queste decisioni. E lei mi ha fatto la stessa domanda. Come ti senti a gareggiare dopo aver visto l’incidente di Aleks? Mi sento bene - ha concluso Shiffrin -. Onestamente, la sua gamba era come un’immagine di guerra. La lacerazione non gli rende giustizia. In tv non l’hanno mostrata perché era troppo. Ma penso che forse ci sia un modo per condividerlo in modo che le persone possano scegliere se vogliono vedere cose così o meno. Perché forse la gente vedrebbe quanto è forte in realtà, se sapessero un po’ di più sulla gravità dell’incidente e sulle procedure che ha subito e sul tempo di recupero… È stato brutto”.