Riguardando la sua gara contro la Virtus Bologna e pensando al suo incontro con il basket viene da pensare: "Meno male". La sua storia sta facendo il giro del web, ma aveva iniziato a far rumore già da qualche mese, da quando Momo Faye è stato inserito stabilmente in prima squadra, diventando poi un punto fermo di Reggio Emilia nel giro di pochissimo tempo. Un mix di fisicità, talento e forza mentale che ne fanno una delle promesse più interessanti della Serie A e, adesso, del basket mondiale. Promessa che, dopo la notte di Torino, è sempre più una certezza, un'anticipazione sul futuro.
A 19 anni compiuti da una decina di giorni, ha trascinato Reggio Emilia nella sorprendete vittoria contro la Virtus Bologna, una delle favorite alla vittoria finale (in Coppa, come in campionato) nei quarti delle Final Eight di Coppa Italia. Con numeri da assoluto big: 16 punti, 100% al tiro (7 su 7) e 6 rimbalzi. Davanti a tutti i mostri sacri della Virtus, da Shengelia a Belinelli. Serata che vale come consacrazione per un talento che Reggio Emilia è stata brava a scovare e lanciare.
Studia all'istituto cittadino "Motti", dove ha scelto l'indirizzo tecnico-turistico, e vive nella foresteria biancorossa con altri giovani della cantera: fino a non molto tempo fa andava in allenamento in bici, con qualsiasi condizione atmosferica.
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A dare un'improvvisa sterzata alla sua storia c'è stato un cambio di traiettoria nello sport, perché Faye fino a quattro anni fa giocava a calcio (sport che segue tutt'ora con grande interesse, soprattutto per Real Madrid e Manchester United). Il destino ha voluto che il campo da basket fosse proprio attaccato a quello in cui giocava, così un giorno a provato ed è partito un viaggio fulmineo, rapidissimo, quasi istantaneo. In un anno Momo è diventato un giocatore di basket in grado di attirare le attenzioni di molti. Su tutte, quelle del responsabile del settore giovanile di Reggio Emilia, Andrea Menozzi, che lo nota in un camp di Dakar che metteve in mostra grandi talenti. Smaltite le prime difficoltà burocratiche a inizio 2022, il suo inserimento è passato dalle squadre Under 17 e Under 19, fino alla meritata chiamata in prima squadra.
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La presidentessa Veronica Bartoli ha già sottolineato più volte quando la valorizzazione dei giovani come Faye sia uno dei punti chiave del club. "Ci ho creduto fin dai primi giorni della mia presidenza e mi piace pensare che possa diventare un esempio per altri ragazzi. Il nostro obiettivo è che ci siano altri Faye nelle prossime stagioni e sono certa che succederà".
Impressiona, vedendolo giocare, la percezione di avere davanti un giocatore già forte, ma con enormi (forse inimmaginabili) margini di miglioramento. E una consapevolezza che si percepiva nella risposta a chi gli chiedeva se si aspettasse di essere subito competitivo in Serie A: "Sì, semplicemente perché l'anno scorso mi sono sempre allenato con la prima squadra". Come a dire: consapevole, ma senza presunzione. Qualità che si manifestano anche nei suoi obiettivi: vincere un trofeo a Reggio, giocare in Eurolega e, magari, in NBA.
Giocando come ha fatto qualche ora fa contro Bologna, nessun sogno è precluso.
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