L'INTERVISTA

Allegri festeggia le 405 panchine con la Juve: "Uomo e allenatore fortunato"

Contro l'Udinese, il tecnico ha eguagliato Marcello Lippi: "Stare a contatto con grandi campioni è un privilegio per pochi"

© Da video

Massimiliano Allegri contro l'Udinese ha tagliato il prestigioso traguardo delle 405 panchine alla guida della Juventus, eguagliando Marcello Lippi al secondo posto assoluto alle spalle di Giovanni Trapattoni. Il club bianconero lo ha anche omaggiato con un'intervista, condita dalle domande e dai complimenti di tanti suoi giocatori del passato e del presente. Il primo a intervenire è stato Giorgio Chiellini, l'ultimo Mario Mandzukic. "Di solito la formazione degli altri la indoviniamo, speriamo di indovinare la nostra che è più importante. Ho avuto il piacere e l’onore di allenatori grandi campioni, ma soprattutto uomini - ha dichiarato Allegri -. Alla fine gli scudetti e le grandi vittorie si ottengono grazie agli uomini. Ogni volta che parlo con loro mi emoziono, hanno fatto la storia della Juventus e della Nazionale. Mi ritengo un uomo fortunato oltre che un allenatore fortunato. Stare a contatto con grandi campioni è un privilegio per pochi".

Chiellini ha ricordato come Allegri fosse stato l'unico a credere nella possibile rimonta in Champions League contro il Real Madrid dopo lo 0-3 di Torino: al ritorno al Bernabeu, i bianconeri subirono il gol del 3-1 a un passo dei supplementari con un rigore contestatissimo di Benatia. "Quella sera entro tranquillo, sapevo che la squadra poteva ribaltare il risultato - ha ricordato -. Così è stato, ma è mancato l’ultimo pezzettino. Magari avrei dovuto fare una sostituzione prima. I supplementari erano a un passo".

Quella volta che a Carpi si infuriò con la squadra. "Ho sempre detto ai ragazzi di dover vincere le partite. L’ho imparato da quando sono arrivato alla Juventus ricordando le parole di Gianluca Vialli. Non è tanto per il pareggio, mi volevano rovinare il Natale"

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Un video di congratulazioni è arrivato anche da Gigi Buffon. "Gigi diceva sempre una frase che ritengo che sia giusta e che ho ripetuto nel corso degli anni, soprattutto da quando sono tornato. 'C'erano partite che non si devono giocare ma vincere'. Da lui ho imparato molto oltre che ammirare il grande portiere che è stato. Per vincere i trofei, si devono vincere il 70-80% delle partite, poi ci sono gli scontri diretti da giocare".

Sulla Champions League. "Mi sono battuto tanto. La Juventus ha perso sette finali? No, ne ha giocate nove. Questa è la cosa più importante. Vincere di più sarebbe stato meglio. Quando ricordi e riguardi quei momenti lì, vuol dire aver fatto il massimo. Viviamo per giocare quegli eventi che ti danno emozioni e adrenalina pazzesche".

Grandi elogi per Danilo. "Danilo è un giocatore con cui sto lavorando. È un ragazzo veramente d’oro. È il leader di questa squadra, si nota la differenza che ha giocato nel Real Madrid. È un uomo di spessore e livello molto alto".

La crescita di Rabiot. "Quando è arrivato, ci siamo parlati e poi io sono andato via. È cresciuto molto come persona ed è maturato. L’anno scorso ha fatto un campionato straordinario e quest'anno si sta ripetendo. È diventato un punto di riferimento anche all’interno dello spogliatoio".

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