"Dobbiamo lottare per ottenere il secondo posto". Adrien Rabiot era stato uno dei primi all'interno dello spogliatoio a pronunciare la parola scudetto quando gli altri negavano, ma adesso anche il francese ha alzato bandiera bianca. Il pareggio di Verona ha estromesso definitivamente la Juventus dalla rincorsa al titolo tricolore: due soli punti nelle ultime quattro partite (mai così male dall'aprile scorso) hanno reso il divario con l'Inter incolmabile e adesso Danilo e compagni dovranno guardarsi solo alle spalle. Perché a forte rischio non c'è solo il secondo posto, ma di questo passo si potrebbe mettere in discussione anche quello che fino a poco tempo fa era dato per certo.
La classifica dice che il Milan è pronto al sorpasso e sul quinto posto, attualmente occupato dal Bologna, la Signora ha 12 punti, seppure con una partita in più. Insomma, la Champions League non parrebbe a rischio (ancor più se dovessero essere cinque le squadre italiane a qualificarsi), ma bisogna considerare che il calendario dei bianconeri in questo ultimo mese era favorevole e le partite difficili devono ancora arrivare, con la trasferta di Napoli, quella doppia nella Capitale contro Lazio e Roma, ma anche il derby e la sfide di vertice con Milan e Atalanta. Insomma, se la Juve non ritornerà a fare i tre punti con continuità, allora potrebbe avere delle brutte sorprese. La partita allo Stadium di domenica contro il Frosinone potrebbe fare al caso, ma visti gli ultimi risultati con le piccole c'è poco da stare sereni.
Ma cosa è successo nel giro di meno di un mese? Tutto è cambiato contro l'Empoli, quando l'espulsione di Milik ha di fatto fermato la corsa vincente della squadra di Allegri. Lì qualcosa si è inceppato e la macchina è andata in tilt. Addio compattezza e spirito di gruppo, si è rivista la squadra impaurita degli ultimi anni. Complici le assenza alternate di Danilo prima e di Bremer poi, la difesa ha mostrato tutti i suoi limiti, con il terzo uomo Gatti incapace di sostenere la pressione del reparto. Anche il centrocampo, da tempo considerato anello debole della catena, è andato calando proprio nella fase difensiva, che era stata il suo unico punto di forza.
A questo punto la Juve deve aggrapparsi a quello che è l'uomo più in forma del 2024. Dusan Vlahovic è andato a segno anche a Verona, toccando quota sette reti nelle sei partite giocate in quest'anno solare. Se si considera che Chiesa è impalpabile da troppo tempo, a Yildiz sono state prese le misure, Milik e Kean si sono visti ben poco, a Torino qualcuno inizia a preoccuparsi per davvero.