VERSO INTER-ATLETICO

Verso Inter-Atletico, Inzaghi: "Ci vorrà la vera Inter, vogliamo ripetere il cammino dell'anno scorso in Champions"

I nerazzurri a San Siro ospitano l'andata degli ottavi di Champions: "L'Atletico è cambiato e sarà un ottavo di grandissima difficoltà"

Torna la Champions League e per l'Inter che in campionato viaggia a vele spiegate è tempo di esame di spagnolo. A San Siro, per l'andata degli ottavi di finale, arriva l'Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone: "Sarà un ottavo di grandissima difficoltà contro una squadra che ha cambiato modo di giocare, portando qualità nel palleggio e aggressività. Ci vorrà la vera Inter". L'obiettivo però per Simone Inzaghi è uno solo: "Vorremmo ripetere il cammino della passata stagione in Champions League, fino alla finale. Dovremo restare concentrati e lavorare bene".

LE PAROLE DI INZAGHI IN CONFERENZA

Che compagno di squadra era Simeone e che allenatore è diventato?
Sarà un piacere ritrovarlo da avversario dopo essere stato un grande compagno di squadra. Siamo sempre rimasti in contatto senza perderci di vista. Si capiva che sarebbe diventato un grandissimo allenatore e i risultati con l'Atletico parlano chiaro. Da 13 anni è nella stessa società e ha vinto tantissimo. Oltre all'impronta che dà alle squadre, quest'anno è un piacere vedere l'Atletico giocare.

Si può ripetere il cammino europeo dello scorso anno?
Sappiamo quello che abbiamo fatto l'anno scorso vivendo notti magiche con società e tifosi. Vorremmo rifarlo, ma sappiamo che ci sono grandissime squadre con la stessa aspirazione. L'Atletico è una squadra di assoluto valore, con quantità e qualità e una rosa profonda allenata benissimo. Sarà un turno molto complicato, ma ce la giocheremo alla grande sui 180 minuti. San Siro sarà bellissimo e sarà stupendo giocare la sfida, ci vorrà la vera Inter.

L'Atletico ha cambiato pelle rispetto al passato: che versione ti aspetti a San Siro?
Prevedere la partita non è semplice, l'Atletico nelle ultime partite ha cambiato spesso modo di giocare. Contro il Las Palmas sono stati molto aggressivi, nella Supercoppa spagnola non hanno avuto lo stesso atteggiamento e nemmeno contro Siviglia o Athletic. Sicuramente palleggia di più rispetto al passato e hanno grande tecnica, difficile prevedere come giocherà. Non ho certezze se non che affrontiamo una grande squadra.

Ti senti più europeizzato per quanto riguarda il turnover facendo meno cambi? Il vantaggio in campionato cambierà le cose?
L'anno scorso abbiamo fatto gli ultimi tre mesi cambiando 8-9 giocatori ogni tre giorni, ma avevo tutti in forma. In quel momento era la soluzione migliore. Contro la Salernitana avevamo avuto sei giorni per recuperare e preparare al meglio la partita, quindi non ho avuto grossi problemi. Ora giocheremo molto più spesso e sarà tutto più complicato. In campionato abbiamo un buon vantaggio, ma sappiamo che in Serie A è facilissimo che le cose cambino velocemente. Restiamo concentratissimi e sul pezzo, sperando di avere meno infortuni possibile.

Questa sfida contro l'Atletico a quale si può paragonare?
Agli ottavi col Porto dell'anno scorso. Una squadra molto determinata com'era il Porto, allenata da due miei ex compagni di squadra. Sarà un ottavo di grande difficoltà in cui ci saranno diversi momenti da leggere. Sono tranquillo perché i ragazzi sono cresciuti.

Cosa ne pensa di Simeone allenatore?
So quanto è difficile restare a lungo nella stessa società perché noi allenatori siamo giudicati in base ai risultati. E' un allenatore vincente, con grande carisma e mentalità. Non solo, l'Atletico gioca bene a calcio e vuole il dominio del gioco.

Ti piacerebbe diventare il Simeone dell'Inter?
Difficile, l'ho capito negli anni alla Lazio e poi all'Inter. In venti giorni cambiano i giudizi su calciatori e allenatori. Inutile pensare troppo e lavorare tanto sui principi e le idee. Alleno un gruppo fantastico e abbiamo fatto sei mesi al meglio, ma mancano i tre più importanti perché saranno decisivi.

Nei numeri l'Inter è meglio dell'Atletico: chi è favorita?
Al di là di SImeone, l'Atletico ha giocatori forti ed esperti ed è giusto sia favorita. Penso che sarà una bella sfida con tanti valori in campo, poi queste partite vengono spesso cambiate da episodi come a Liverpool due anni fa o la finale col Manchester City. 

Quanto ha influito Eriksson nella vostra scelta di fare gli allenatori?
Sicuramente ha influito per la gestione, per come si relazionava con noi giocatori. Era un ottimo allenatore e un'ottima persona con idee tattiche innovative che gli hanno permesso di vincere. In quella Lazio c'erano tantissimi giocatori che sono diventati ottimi allenatori.

Il vantaggio che cresce in Serie A aiuta in chiave Champions?
No, aiuta il percorso. Noi guardiamo solo noi stessi in campionato perché manca ancora tantissimo. Finora abbiamo fatto un ottimo cammino, ma abbiamo visto che in 20 giorni è cambiato tutto e ora abbiamo un discreto vantaggio. Bisognerà restare concentrati anche mentre dormiamo per evitare le insidie. La prossima è l'Atletico.

Qual è il suo segreto per gestire la pressione all'Inter?
A me fa piacere portare questo clima di unione tra giocatori, società e tifosi. L'atmosfera che si respira a San Siro o quando ero all'Olimpico di Roma è ciò che mi gratifica di più. So però che sono giudicato giornalmente, ma bisogna cercare di lavorare sempre al meglio per trasmettere il calcio che ho in testa.

Può ancora migliorare questa Inter?
C'è sempre margine e ogni partita viene analizzata per prendere spunto. Ovviamente quando si vince si analizza con più piacere, ma siamo sempre attenti a quello che facciamo per trarre delle cose.

Cosa deve fare Sanchez per giocare da titolare?
Thuram e Lautaro stanno giocando di più, ma sono contento anche di Arnautovic e Sanchez che stanno facendo un ottimo lavoro allenandosi nel migliore dei modi e aiutando quando chiamati in causa. Giocando ogni tre giorni avranno più spazio, ma per me per ora sono stati preziosissimi.

Il cambiamento dell'Atletico è un segnale che per europeizzarsi bisogna cambiare?
Ogni allenatore fa il calcio a modo suo. Simeone l'ho sempre guardato con partecipazione perché lo stimo molto. Nell'ultima partita l'Atletico ha fatto un pressing ultra offensivo, palleggia molto e utilizza bene i braccetti. Dirti che partita sarà non lo so dire, ma sarà sentita e complicata.

Quest'anno qualcuno vi dà per favoriti: viene a mancare l'effetto sorpresa?
Probabilmente è la logica conseguenza di quello che sta esprimendo la squadra e della continuità che abbiamo avuto. Noi dobbiamo restare concentrati e allenarci come nei primi sei mesi, quello che sarà lo vedremo. Noi abbiamo certezze e principi di gioco, affronteremo le sfide al meglio e poi vedremo. Ci giocheremo le nostre carte.

Come si prepara una partita quando si conosce l'avversario da due mesi?
C'è stato più tempo per capire che tipo di squadra è perché sappiamo della forza dell'Atletico e per due mesi e mezzo abbiamo visto che formazione andremo ad affrontare.