"Nessuno sa cosa fai dietro le quinte. Il sangue, la mentalità e il lavoro che ci metti. So cosa questo significa per te, fratello, e sono felice per te". A scrivere è Calhanoglu, destinatario del messaggio Arnautovic: da compagno a compagno, vicinanza, affetto e apprezzamento, fotografia di un'Inter più unita che mai, forte nelle sue individualità, granitica come gruppo. Il turco come Lautaro prima. Come Simone Inzaghi. Come tutto San Siro, anche. Il riconoscimento e la carica per chi ha segnato il gol vittoria contro l'Atletico dopo aver fallito almeno due buone occasioni, ritrovando forza, convinzione ed entusiasmo. Ingredienti fondamentali ora più che mai: sarà lui, Marko Arnautovic, a prendersi sulle spalle il peso dell'attacco nerazzurro, assieme a Lautaro, nei prossimi impegni senza Thuram. Già, Thuram: il primo a complimentarsi con il compagno di squadra, il primo nei pensieri dell'austriaco al fischio finale.
Facile quando tutto va bene? Sì, vero, è facile. Ma questa unità parte da lontano, non da ieri. E tra i motivi che stanno alla base dalla cavalcata nerazzurra c'è anche questa perfetta alchimia interna allo spogliatoio. Merito di Inzaghi? Certo. Ma merito anche dell'impegno quotidiano dei suoi ragazzi. Vincere aiuta a vincere, ma non si inizia a farlo per caso. Servono qualità tecniche, tattiche ma anche umane. E l'unità d'intenti è garanzia anche per i momenti meno luminosi, se e quando dovessero arrivare.