Futuro San Siro, Sala fissa un vertice con Milan e Inter: "Tre mesi a WeBuild per produrre progetto realistico"
Sarà il primo vertice formale tra tutti gli attori della telenovela, che nella speranza del sindaco dovrebbe portare alla ristrutturazione del Meazza
"Lo scenario è chiaro, dare tre mesi di lavoro a WeBuild per produrre un piano realistico se si può, perché non lo do per scontato. Spero che ci metta in condizione di poter dire a Inter e Milan che si possono fare i lavori senza dover andare a giocare altrove, a quel punto a giugno la palla ritornerà alle squadre. Io credo che avendoci riflettuto tanto ed essendo passato da anni di discussione, un restyling ben fatto di San Siro sia la cosa migliore". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dello Iulm, anticipando che in settimana si dovrebbe tenere un nuovo incontro tra Milan, Inter, Comune e WeBuild: "Per i lavori bisogna capire quanto tempo ci vorrà, se due o tre d'anni, d'estate ma credo non solo. Il prossimo incontro sarà tra le squadre e WeBuild così ci si chiarirà, anche perché WeBuild dovrà ascoltare le esigenze delle due squadre", ha concluso Sala.
Dopo anni di stallo quindi il sindaco preme sull’acceleratore e fissa per il fine settimane quello che sarebbe il primo incontro formale tra tutti gli attori della telenovela, in cui Milan e Inter potranno presentare i loro desiderata, a partire dalla possibilità di poter giocare con il pubblico anche durante i lavori: "Credo - ha concluso Sala - che anche per i milanesi questa sia una storia un po’ infinita e che bisogna uscirne. In più c’è il problema di conti del Comune, nel senso che se io sapessi che la cosa non interessa alle squadre non posso rimanere con San Siro così, devo cercare una soluzione, una vendita per il futuro altrimenti depaupero il patrimonio immobiliare".
MILAN, SAN DONATO RESTA IL PIANO A
Cardinale ripete che la strada maestra resta San Donato e il sindaco del comune prosegue nell’iter burocratico-istituzionale sul futuro impianto rossonero. La maggioranza ha votato "sì" compatta, il primo ente coinvolto sarà la Regione. Il club rossonero ritiene ancora l'Area San Francesco come l'ipotesi più concreta e prioritaria.
OSTACOLO REFERENDUM
Nel frattempo, come riferisce Calcio e Finanza, il sindaco di San Donato Francesco Squeri ha dato mandato di avviare l’iter per la verifica della fattibilità tecnica/giuridica e sostenibilità economica e finanziaria rispetto al quesito referendario (intesa come analisi della corretta applicazione di norme, regole e principi di natura tecnica e giuridica e di sostenibilità economica e finanziaria) trasmesso al Comune l’8 febbraio dai rappresentanti del “Comitato No Stadio”.
SAN DONATO, L'EREDE DEL FONDATORE DI ENI A SCARONI: "NON SI PUÒ COSTRUIRE LÌ"
Da registrare l’appello della nipote del fondatore di Eni Enrico Mattei, che chiede a Paolo Scaroni, presidente del Milan ed ex ad della società energetica, di non fare lo stadio a San Donato vicino all’abbazia di Chiaravalle: "Caro dottor Scaroni — scrive sui social Rosalba Mattei — dovete fare lo stadio proprio qui? C’è tanto posto. Scegliete un’altra parte. Quando venivo con mio zio a San Donato mi portava a messa lì e mi raccontava di San Bernardo da Chiaravalle. Penso sia una cosa da tutelare. L’abbazia è un posto dove la gente va a pregare, dove i monaci hanno una azienda agricola". E lo stadio porterà "disagi. Non ci sono i mezzi per arrivarci, né parcheggi...".