Adesso che tutto è (quasi) alla luce del sole, non è nemmeno più necessario smentire eventuali incontri con il futuro del Milan al centro dei colloqui. L'appuntamento - scrive Repubblica - è per questo weekend, quando in Arabia Saudita, in occasione del Gp di Formula 1, dovrebbe andare in scena un nuovo summit tra uomini Red Bird (a rappresentare Cardinale ci sarà Ibrahimovic) e alcuni soggetti interessati a investire nel Milan. Non sembra casuale, come spiegato da Sky, che al GP sarà presente Paolo Maldini, da molti indicato come uomo di riferimento dei potenziali acquirenti. Insomma, tra l'attuale proprietà e il fondo Pif che, come scritto dal Sole 24 Ore, starebbe già analizzando i conti dei rossoneri attraverso una due diligence e un'esclusiva che terminerà a fine mese.
Le prossime settimane serviranno insomma per chiarire gli aspetti economici dell'eventuale operazione, la partecipazione del nuovo gruppo e, forse, mettere in calendario il passaggio delle quote di maggioranza in un tempo medio-breve. Non subito, stando almeno alla volontà di Cardinale, ma nemmeno troppo a lungo termine. Perché, è evidente, chi mette i soldi vuole anche avere il potere di decidere.
Questo, vale a dire la "scalata" alla maggioranza, è probabilmente il nodo principale della questione. La valutazione economica del Milan è in questo senso quasi marginale (si parla di un miliardo e mezzo, trecento milioni in più rispetto a quanto pagato da Red Bird), piuttosto sarà importante capire in quale modo risolvere la questione stadio - ovviamente centrale - e l'uscita definitiva di Elliott, cui Cardinale deve restituire il prestito entro il 2025. Dopo di che andrà capito come muoversi con la Uefa sul fronte "multiproprietà", dato che Pif possiede già il Newcastle e l'articolo 5 del regolamento vieta la partecipazione a medesime competizioni a società riconducibili allo stesso soggetto.
Ma questo è attualmente un discorso molto prematuro. Certamente il mese in corso dirà molto, se non proprio tutto, del futuro del Diavolo. Di tutto: dalla società ai giocatori fino all'allenatore. Perché la rivoluzione, mai come oggi, sembra dietro l'angolo.