Roma, da "brutto anatroccolo" di Mou a sfavillante con De Rossi
I due mesi di guida DDR hanno messo in luce i limiti del portoghese, mentre il rinato Paredes fa "arrabbiare" la Juve
Con il poker rifilato al Brighton, la Roma ha messo una pesantissima ipoteca sul passaggio del turno in Europa League, ma soprattutto ha confermato il suo straordinario momento di forma. Da quando Daniele De Rossi ha preso il posto in panchina di José Mourinho, era il 16 gennaio, i giallorossi hanno collezionato qualcosa come sette vittorie, un pareggio e una sconfitta (ma contro l'armata Inter in una partita con qualche episodio arbitrale dubbio) tra campionato e coppa. Ma qual è il segreto della cura DDR? Lo ha spiegato il diretto interessato dopo il successo contro la squadra dell'amico De Zerbi. "Non è che abbia fatto chissà cosa, si è solo incanalato tutto nel migliore dei modi", le sue parole.
Come dire: chi c'era prima stava sbagliando qualcosa perché i giocatori hanno dimostrato, in questi due mesi scarsi, di essere a un livello ben superiore a quello che il campo aveva mostrato fino a metà stagione. Nel mirino, quindi, ci finisce proprio Mourinho, che con lo stesso materiale umano era riuscito solo a creare una squadra nervosa e incapace di praticare un gioco all'altezza dei suoi tanti campioni. Al netto di qualche infortunio di troppo, bisogna riconoscerlo.
Uno degli esempi più lampanti della rinascita romanista risponde al nome di Leandro Paredes. L'argentino campione del mondo era reduce da una stagione disastrosa alla Juve. Poco impegno, pochi lampi, testa al Mondiale come Di Maria e un atteggiamento tutt'altro che propositivo avevano bollato come fallimentare il suo ritorno in Italia. Nonostante Allegri riponesse grandi fiducia in lui.
L'aria di Roma, invece, lo ha rigenerato, lo ha fatto sentire di nuovo a casa e quando De Rossi ha spezzato le catene che tenevano imprigionato, l'ex giocatore del Psg, ha dato sfoggio di tutto il suo talento, trasformandosi in autentico faro del centrocampo giallorosso. Per avere conferme, basta riguardare l'assist millimetri per il gol di Dybala proprio contro il Brighton. Il "cinque" tra l'argentino e il tecnico dopo la rete di Cristante ne è l'immagine simbolo. Forse c'era solo bisogno dell'ambiente giusto. O dell'allenatore giusto...