INTER

Profezie smentite e pressioni cancellate: l'Inter a Madrid con la tranquillità dei forti

A Bologna il decimo successo consecutivo in campionato: la classifica permette ora di puntare tutto anche sulla Champions

di
© Getty Images

Solo stasera sapremo quale sarà il reale distacco da chi insegue (al momento, in attesa che giochino, Juve a -18 e Milan a -19) ma in ogni caso si tratterà di una vera e propria voragine. Sembra una vita fa quando si potevano leggere e ascoltare con ripetuta insistenza parole come "pressione", "rimonta", "trappolone"... E invece era solo, si fa per dire, l'altro ieri. Febbraio era infatti il "mese decisivo", quello in cui "le squadre di Inzaghi hanno sempre una flessione". E c'era pure "l'asterisco" chiamato a evocare provocatoriamente "fantasmi del passato". E poi l'inizio di marzo, con "la testa alla Champions", il Genoa "che ha già fermato l'Inter" e il Bologna "che ha fatto male per due volte a San Siro". E invece con quella di Bologna sono 10 vittorie su 10 match nel 2024 in Serie A, addirittura 13 su 13 se ci mettiamo le due partite per la Supercoppa Italiana (Lazio e Napoli) e quella in Champions contro l'Atletico.

Avanti un altro, dunque: cambiano gli avversari, non il risultato, l'Inter raccoglie solo successi. Per capire la straordinarietà di quello che sta accadendo basti pensare che il Napoli travolgente dell'anno scorso dopo 28 giornate aveva 71 punti, quattro in meno di quelli che hanno collezionato oggi i nerazzurri. Tanti ne aveva invece la Juve del record dei 102 punti di Antonio Conte del 2013/14 (e di assoluta eccellenza stiamo dunque parlando) mentre solo una volta nella storia della Serie A una squadra aveva conquistato più punti dopo 28 partite stagionali, sempre l’Inter nel 2006/07 con Roberto Mancini allenatore (76). Insomma, vero è che nulla è ancora scritto, ma è certo che l'allungo strepitoso di questi ultimi 50 giorni ha smentito e sconfessato le più funeste profezie e previsioni in attesa che sia poi l'aritmetica a certificare l'ormai probabilissima seconda stella. E tra le tante cose che impressionano di questo percorso, al di là dei numeri, c'è pure il fatto che l'Inter sa vincere in tutti i modi: dominando, gestendo e pure soffrendo. Di goleada o di "corto muso". Anche nella sofferenza, come nel secondo tempo di Bologna, rischia comunque poco, concede il minimo e non prende gol. E Inzaghi, che per inciso al Dall'Ara ha potuto festeggiare un gol da "terzo" a "terzo" (cross di Bastoni e gol di Bisseck, un unicum), può pure permettersi di far riposare pilastri come Pavard, Dimarco e Lautaro e richiamare in panchina con ampio margine sul 90esimo Thuram, Calhanoglu e Mkhitaryan. Non ha lasciato punti per strada ma inevitabilmente in questo tour de force ha perso qualche pedina: ultimi in ordine di tempo Carlos Augusto e Arnautovic. Un fatto inevitabile ma, sino ad ora, ininfluente. Adesso, prima della sosta, ci sono dunque l'Atletico e poi il Napoli: pesano entrambi i match, il primo ora come ora più del secondo ma solo perché l'Inter si è guadagnata sul campo il privilegio di poter "depotenziare"la sfida contro i campioni d'Italia in carica, andando così a Madrid con la mente libera, grande convinzione e zero pressioni sul fronte nazionale. Tutto impensabile, o quasi, due mesi fa. E dunque, chapeau!

Notizie del Giorno

CORI ANTISEMITI AL DERBY DI ROMA, 7 TIFOSI LAZIALI A PROCESSO

DALLA FRANCIA: "LA FIGC PUNTA RAYAN CHERKI"

DORIVAL: "RIVOLUZIONE DEL BRASILE ANCORA IN CORSO"

SAN DIEGO FC: JUAN MATA TRA I NUOVO PROPRIETARI DEL CLUB

EMPOLI, D'AVERSA "LA MIA PARESI? NULLA DA VERGOGNARSI"