Ciao Spagna, me no vado a giocare col Marocco. È in sintesi la scelta di Brahim Diaz, ex Milan, che ha deciso di chiudere definitivamente le porte alla nazionale iberica nonostante la stagione col Real Madrid in netta ascesa. Nelle scorse ore il 24enne ha ufficializzato la scelta dopo giorni, anzi settimane di riflessione: a pesare le mancate convocazioni (prolungate) della Roja dal 2017 ad oggi, e soprattutto il no della RFEF a comunicargli, in anticipo, se l'attuale ct De La Fuente, lo avrebbe chiamato in occasione della prossima sosta. Chiamata che avrebbe probabilmente convinto Brahim a giocare con le Furie Rosse. E invece no: richiesta respinta, e Spagna spaccata.
Spaccata sì, perché il rifiuto del trequartista alla maglia giallorossa è stato interpretato come un gesto legittimo (a sorpresa) da molti tifosi spagnoli. Questi ultimi infatti, reputano inspiegabile il disinteresse della Spagna nei confronti del fantasista, "disperato" per la mancata chiamata. Disinteresse che non c'è stato ad esempio nei confronti di altri giovani come Ansu Fati o Lamin Yamal, corteggiati da minorenni pur di non vederli impegnati altrove. A questo si aggiunge la sola chiamata di Luis Enrique nel 2021 nella nazionale maggiore (in Under 21 è stato regolarmente convocato) senza però farlo scendere in campo.
Tante, troppe delusioni per l'ex milanista, che ha deciso così di sposare il Marocco, nazione nella quale è nata la nonna paterna. A lui i dirigenti marocchini hanno offerto un progetto importante: la Coppa d'Africa del 2025 (con tanto d'ospitalità) e il Mondiale del 2026 e del 2030, quest'ultimo organizzato in collaborazione con Spagna e Portogallo. Visibilità, centralità e rispetto: Brahim ha apprezzato e adesso accettato la 'proposta' nonostante il cuore lo spingesse altrove.