STASERA A NEW YORK

Spalletti cambia tutto: Italia tutta nuova per la sfida all'Ecuador

Undici giocatori diversi dopo il successo faticoso con il Venezuela: il ct vuole vedere tutti i suoi azzurri all'opera

Tu chiamalo, se vuoi, turnover. Luciano Spalletti, atteso questa sera dalla sfida all'Ecuador, secondo e ultimo appuntamento americano degli azzurri (ore 21 alla Red Bull Arena di Harrison, New York), vuole vedere tutti i suoi giocatori all'opera e, rispetto alla gara faticosamente vinta con il Venezuela (doppietta di Retegui), spedisce in campo un'Italia con undici giocatori diversi su undici. Questa la formazione ufficiale: Vicario in porta, difesa a tre con Darmian, Mancini e Bastoni, mediana con Bellanova, Barella, Jorginho e Dimarco, trequarti affidata a Zaniolo e Pellegrini con Raspadori unica punta. Così l'Ecuador (3-4-3): Burrai; Torres, Pacho, Hincapié; Preciado, M.Caicedo, Alan Franco, Estupiñán; Plata, Minda, Sarmiento. Ct Sanchez.

Niente bocciature dopo il Venezuela, anche se il tempo verso l'Europeo stringe e le possibilità di errore si riducono moltissimo. Piuttosto la necessità di provare tutti, di vedere chi è davvero pronto e chi, invece, non potrà far parte del gruppo che cercherà il complicatissimo bis europeo. 

C'è molta Inter, come logico, e semmai l'eccezione è l'assenza per i noti motivi di Acerbi in una difesa tutta nerazzurra con Darmian braccetto di destra e Bastoni braccetto di sinistra. Al centro tocca a Mancini, che dovrà far meglio di Buongiorno, in grande difficoltà nell'ultimo match. Gli altri due interisti sono in mezzo: Barella, entrato nella ripresa contro il Venezuela, e Dimarco, che prenderà il posto di Udogie a sinistra. 

Non fa scalpore nemmeno la mancata conferma di Retegui, per il quale il ct si è già speso in elogi. Quello che può dare l'attaccante del Genoa si è capito. Ora c'è da misurare l'utilità di Raspadori da centravanti puro. Alle sue spalle avrà due giocatori, Pellegrini e Zaniolo, bravi a inserirsi e rifinire. Insomma, i partner giusti per esaltarsi. Rispetto al Venezuela, come detto da Spalletti, serve un bel cambio di marcia. Poi se ne riparlerà a giugno, con le ultime amichevoli prima dell'Europeo. Se c'era un'ultima occasione di sperimentare era questa. Poi toccherà fare molto sul serio.