LE PAGELLE DELLA JUVENTUS
SZCZESNY 6 – Ha indubbie qualità tecniche e acrobatiche ma lascia sempre qualche dubbio sull’approccio. La prima palla toccata è un errore di presunzione, poi si rimette in linea e fa vedere di essere la solita certezza.
DANILO 6 – Quando è arrivato in Italia ci si chiedeva se fosse capace di svolgere la fase difensiva che Cancelo non garantiva. Vedendolo in questa partita sorge l’interrogativo opposto. In avanti pochissimi inserimenti, se non uno iniziale con l’amico Douglas Costa ancora in campo. Poi un compitino, soprattutto difensivo. Dal 17’ st CUADRADO 6 – Forse sarebbe stato utile all’inizio, al posto di Douglas Costa, quando invece Sarri gli ha preferito Bernardeschi. Entra invece al posto di Danilo per fare il terzino, dimostrando comunque una buona condizione.
BONUCCI 7 - L’assenza di Chiellini lo responsabilizza ulteriormente e la sua sicurezza ne esce ancora più esaltata. Nel delicato equilibrio difensivo di questa Juve, che non si muove ancora con i sincronismi che Sarri ha in mente, la sua saggezza consente di mettere le toppe giuste dove compare un buco pericoloso in giro per il campo.
DE LIGT 5,5 – Non ha ancora metabolizzato alla perfezione la nuova realtà nella quale si è calato. Sarà un luogo comune, ma non è facile la trasposizione dai meccanismi dell’Ajax a quelli del calcio italiano. Sono evidentissime le sue doti tecniche e fisiche, da rivedere l’approccio alla gara in termini di attenzione e qualche scelta tattica.
ALEX SANDRO 6 - Giocare alle spalle di Cristiano Ronaldo quando il portoghese è al cento per cento è facile per tutti. In genere basta dargli la palla e poi correre ad abbracciarlo. Negli altri (rari) giorni si rischia invece di perdere punti di riferimento e di dover galleggiare in una posizione tutta da capire.
KHEDIRA 6,5 - Comprensibile in giornate come questa il motivo per il quale il tedesco non viene mai amato esageratamente dalle tifoserie ma conquista la totale fiducia degli allenatori. Passo costante e regolare, radar incorporato che gli consente inserimenti perfetti negli spazi, lucidità estrema con il pallone tra i piedi.
PJANIC 5 – Il primo tocco di palla non è da Pjanic, apertura sbagliata non di centimetri come qualche volta accade ma di metri come quasi mai si è visto. Nel frullatore del pressing viola annaspa e boccheggia, poi si infortuna. Dal 44’ pt BENTANCUR 5 - Nel gioco di Sarri è difficile pensarlo regista, viste le caratteristiche completamente differenti rispetto a quelle di Pjanic. Certo l’ingresso a freddo non gli facilita il compito, ma forse fa bene l’allenatore toscano a lavorare in allenamento su Rabiot in questa posizione.
MATUIDI 6,5 – Passa una prima fase di disagio nel frullatore del pressing viola a centrocampo, poi con il passare dei minuti fa riemergere l’esperienza e la straordinaria capacità di occupare spazi. Non si arrende durante la sofferenza dei bianconeri, poi riprende fiato e si guadagna abbondantemente la pagnotta.
DOUGLAS COSTA SV. Dall’8’ pt BERNARDESCHI 5 – Si becca bordate di fischi mentre si riscalda, mentre entra in campo e ogni volta che tocca la palla. Retaggio di una scelta che non gli è stata perdonata, circostanza però che non dovrebbe limitare la prova di un professionista. Non è detto che sia proprio questo a condizionarlo, ma la prestazione non decolla mai.
HIGUAIN 5 – Sbuffa e smoccola come sempre capita nei giorni in cui trova le linee intasate. Gli tolgono spazio vitale (quasi sempre Pezzella), lo fanno girare largo rispetto all’area avversaria. Un pomeriggio complicato.
RONALDO 5,5 – Anche un uomo dotato di superpoteri come lui ha un suo lato di umanità ordinaria. Nel senso che anche lui, qualche volta, può soffrire il caldo, può soffrire gli spazi stretti, può soffrire l’aggressività degli avversari. Capita, ma il suo silenzio nel coro della partita fa un rumore assordante.
Allenatore SARRI 6 – Il suo manifesto programmatico dice: “Solo Ronaldo può fare quello che vuole”. Un valore aggiunto che rischia di trasformarsi in un limite nelle giornate in cui quel “fare quello che vuole” significa “non sapere bene che fare”.