FORMULA 1

Ferrari Down Under: più domande che risposte dalla doppietta "sottosopra" di Melbourne

La vittoria del ferrarista spagnolo a Melbourne vivacizza il Mondiale anche più del ko australiano di Verstappen

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Ferrari nella scia delle Red Bull di Max Verstappen nella classifica generale disegnata dal Gran Premio d'Australia della clamorosa doppietta rossa, ma se Charles Leclerc è il primo sfidante dell'olandese (51 punti a 47, con Sergio Perez in agguato a 46), i fari oggi sono tutti puntati su Carlos Sainz che è quarto con quaranta punti. Verrebbe da dire: lo strano caso di Dottor Sainz e Mister Hamilton. Sì perché il terzo successo del madrileno al volante della Rossa e la contemporanea débacle "Down Under" di Lewis Hamilton che ne prenderà il posto in un 2025 che si fa sempre più "minaccioso" all'orizzonte aprono a prospettive un po' inquietanti e comunque sorprendenti.

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Dando per scontata l'episodicità del ko di Verstappen all'Albert Park, l'evoluzione parallela del Mondiale da separato in casa di Sainz con la Ferrari e di Hamiton con la Mercedes... parallela non lo è poi tanto, almeno dopo le prime tre gare della stagione. Lo spagnolo è salito due volte sul podio ed è in lotta per il titolo, il suo successore nella Scuderia langue al margine basso della top ten della classifica con un magro bottino di otto punti raccattati tra Bahrain e Arabia Saudita: otto contro i 40 di Sainz che si tiene agevolmente dietro la coppia McLaren (la sua ex squadra) di Oscar Piastri (28) e Lando Norris (27).

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Il tema è stimolante e sfizioso, un po' scomodo magari per la Ferrari stessa che - al di là dell'attuale prospettiva di una corsa al titolo più aperta del previsto - si trova a dover gestire rapporti di forze interne complicati dalla partenza di Sainz a fine stagione. Leclerc ha fatto buon viso a cattivo gioco ma - al termine di un fine settimana un po' "sfuocato" - è scontato che da qui in avanti punterà i piedi perché tutte le attenzioni si concentrino su di lui. Non ce n'è tra l'altro bisogno, essendo prassi comune riservare priorità negli aggiornamenti tecnici al pilota sul quale di punta per il futuro. Accade lo stesso (ed è già molto evidente) alla Mercedes con Hamilton (e Russell). C'è però una sostanziale differenza e risiede nella risonanza mediatica (in Italia innanzitutto) di ciò che accade in Ferrari, mentre al di là della Manica - culturalmnte - certi aspetti non hanno la stessa eco e non riscuotono la stessa attenzione.

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È inevitabile che, nel prosieguo del Mondiale, Leclerc riporti il peso della bilancia dalla sua parte e che Sainz venga pian piano tagliato fuori dall'evoluzione della SF-24 e dal progetto della monoposto 2025, per non avvantaggiare la concorrenza. Conviene quindi a Carlos battere il ferro finché é caldo e - da questo punto di vista - le sue prospettive di mercato sono molto intriganti. Viene da chiedersi, banalmente, se la Ferrari abbia fatto bene a privarsi di un pilota comunque in grado di garantire punti pesanti, sostituendolo con uno dei più grandi di sempre sì ma comunque inevitabilmente già oltre il picco della sua carriera. La scelta di Hamilton da parte della Casa di Maranello va ben oltre gli aspetti più strettamente sportivi, certo, ma è probabile che tra ormai molto meno di un anno la Ferrari erediti un campione dal basone un po' impolverato: un intero Mondiale nell'ombra potrebbe produrre danni collaterali non indifferenti. 

Ce n'è di cui discutere a lungo e appassionarsi... anche da qui fino al sipario di Abu Dhabi. Se poi anche Verstappen e la Red Bull lasciano loro malgrado una porticina aperta sulla corsa al titolo, be... prepariamoci a vederne delle belle: non potevano chiedere di meglio!

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Sainz vince, Hamilton arranca: la Ferrari ha fatto la scelta giusta per il futuro?

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