Da una parte Lorenzo Pellegrini che, rinato, se la ride in campo. Dall'altra Josè Mourinho che, triste, se ne va in MotoGP sperando in una chiamata per tornare al più presto sul ring. Sentimenti opposti per i due protagonisti della domenica appena archiviata contraddistinta dai motori e dalla Nazionale di Spalletti, rilanciata dopo i due successi in terra americana. Se la Ferrari si è presa la copertina con una doppietta storica in Australia, nella gara a due ruote ha fatto parlare maggiormente la presenza dello Special One che lo scontro Bagnania-Marquez: foto in Ducati, bandiera a scacchi sventolata e solite frecciate, questa volta all'ex ds giallorosso Tiago Pinto. Poche ore dopo, ecco arrivare l'ennesimo gol (nel 2-0 dell'Italia all'Ecuador) di colui che è rinato senza il portoghese a Roma. Assist, reti e numeri da vero leader tecnico: la cura De Rossi ha fatto più che bene a Pellegrini.
Del rapporto tra Mou e il capitano si è fatto un gran parlare specialmente al momento dell'esonero: in tanti hanno etichettato il 27enne come 'traditore'. Il motivo? Aver spinto i Friedkin a mandare via l'allenatore. Ricostruzione poi smentita, ma non può essere un caso se Pellegrini ha voltato pagina in maniera netta da metà gennaio in poi. Sette gol nelle ultime quindici partite tra Roma e Nazionale, tante reti come nelle precedenti 49 partite. La sensazione è che l'ex Sassuolo si senta più disinvolto, libero di esprimere la propria qualità. Che è tanta. Sotto questo aspetto ha influito sicuramente Daniele De Rossi, protagonista di un calcio offensivo e scevro di nervosismi. In sostanza l'opposto di quanto proponeva lo Special One.
Il capitano, sotto contratto con la Roma fino al 2026, si è ripreso la scena, Mourinho spera di farlo presto. Ma il portoghese avrà la forza di proporre un calcio diverso e più moderno? Staremo a vedere.