Il Gran Premio del Portogallo si è preso la briga di minare alla base (o quasi) le certezze di una stagione che per la MotoGP era iniziato ai primi di marzo in Qatar all'insegna della continuità rispetto a quella chiusa a Valencia lo scorso autunno. A Losail Jorge Martin si era imposto nella Sprint, Francesco Bagnaia nel GP full distance. Come dire: siamo solo noi, ancora... Niente di più sbagliato, almeno questo suggeriscono le clasifiche di Portimao e, andando più in profondità, un contesto nuovo e soprattutto in divenire, imprevedibile, possibilmente straniante. Certo, Martin ha salutato tutti fin dal via domenica e ha imposto la sua legge, prendendo la testa della classifica generale. Proprio la modalità "scelta" dal vicecampione del mondo riassume l'urgenza di smarcarsi da una bagarre in pista che - a Portimao - ha mietuto vittime illustri. Francesco Bagnaia (ecco, appunto) resta il primo candidato al tris mondiale, Martin il suo primo sfidante. La corsa al titolo sembra prossima però ad aprirsi ad una shortlist di avversari la cui consistenza numerica e di ambizioni spetta ai prossimi GP precisare, ad iniziare da quello delle Americhe del weekend centrale del mese di aprile. Uno scenario che curiosamente si apre nelle stesse ore in cui - a decine di migliaia di chilometri di distanza - anche la Formula Uno mette all'asta qualche incrollabile certezza.
Marquez, Bastianini, Vinales, Acosta. A Portimao poco è mancato che il banco saltasse: ci ha provato Martin a puntellarlo nel weekend che ha visto Bagnaia lontano dalla sua forma migliore. Dall'errore in gara Sprint "spiegato" in modo a nostro modo di vedere insoddisfacente... all'ottimismo (come ha efficacemente detto il suo rivale) con il quale ha provato a rispondere al sorpasso da parte di Marquez a tre giri dal termine. Lo abbiamo scritto nelle nostre pagelle: la sfida tra il Cannibale e Pecco è destinata a ripetersi nel prosieguo del Mondiale e ad ampliarsi anche alle altre punte Ducati Martin e Bastianini. Ducati cadrà (solo metaforicamente) in piedi in ogni caso: il titolo piloti non può sfuggirle (come quello Costruttori) ma la cabina di regia di Borgo Panigale è tenuta a fissare regole d'ingaggio certe fin da subito, con il vantaggio di una settimana di tempo in più, causa cancellazione del Gran Premio d'Argentina. D'altra parte, che l'otto volte iridato non fosse sbarcato nella galassia Ducati per fare da tappezzeria era scontato.
Altra questione interna dall'impatto ancora tutto da valutare è quella relativa al ruolo e alle ambizioni di Bastianini. Il romagnolo in Portogallo è stato complessivamente superiore al proprio compagno di squadra e chissà che proprio questo non abbia contribuito a mettere l'argento vivo addosso a Bagnaia. Enea ha tutte le intenzioni di recitare un ruolo da protagonista nella corsa al titolo: è anche la sua sola chance per coltivare la possibilità della riconferma del team factory. Chissà che la rivalità con Bagnaia da tutti (noi compresi) prefigurata al suo arrivo nella squadra ufficiale (e messa in pausa dalle conseguenze dell'incidente di un anno fa proprio a Portimao), non sia finalmente sul punto di... esplodere.
Il secondo atto del Mondiale ha messo in prima fila (e in un caso sul gradino più alto del podio) due altri possibili "guastatori": Pedro Acosta e Maverick Vinales. Il rookie di GasGas Tech3 ha fatto faville e progetta di ripetersi a breve termine. I suoi avversari però lo sanno e non tarderanno a prendergli le misure. Sarà più difficile (e non dure impossibile) per Pedro puntare sul fattore-sorpresa nei prossimi appuntamenti. Intanto la sua prepotente irruzione sulla scena della premier class mette in grande difficoltà il team ufficiale KTM (come è noto la GasGas è una RC16 veriniciata di rosso) e i suoi due piloti Binder e Miller, messi sulla griglia, cotti a puntino e poi digeriti da Acosta neL giro di pochi passaggi.
Quanto a Vinales, il discorso va allargato ad Aprilia che procede a corrente alternata, nel senso che raramente i suoi due piloti si esprimono a livelli di eccellenza nello stesso fine settimana. A Portimao è stato Maverick a brillare, guidando come si dice "sopra i problemi" e una condizione di salute precaria. La vittoria nella Sprint è più che mai una base di partenza: occorre confermarsi presto sulla lunga distanza, senza dimenticare che Vinales era destinato al secondo o al terzo gradino del podio di Portimao, prima di un quantomai inopportuno problema al cambio.