Dici Stramilano e sei in qualche modo portato a pensare ad un evento da grandi numeri (è così, ovviamente) e altrettanto grande tradizione (oltre mezzo secolo di gara), una grande festa ma forse dallo spirito di competizione non per forza di cose così acceso. Dici, anzi dico: sbagliando! Sì perché la Stramilano, nella quale non mi ero mai messo alla prova prima, è gara vera, in tutte e tre i suoi formati: Half Marathon, diecimila e cinque chilometri entry level. Agonismo da vendere, parterre all’altezza, risultati anche. Soprattutto nella distanza della mezza maratona che - su invito di HOKA (main sponsor dell’evento meneghino) - abbiamo scelto per mettere alla prova le nuove Mach 6 in un test run (anzi in una test race) piuttosto impegnativo lungo il tracciato della Cerchia interna dei Bastioni, detta anche delle Mura Spagnole, alcuni resti delle quali "osserveranno" (ancora severe e imponenti) il nostro passaggio in gara.
© Stefano Gatti
Come nostra abitudine, nella consapevolezza che non le porteremo comunque al limite ma che il nostro livello sarà quello medio (e quindi efficace a livello… divulgativo), scegliamo di presentarci al via calzando le nostre Mach6 praticamente “out of the box”. La nostra Stramilano parte… da lontano, con l’evento di lancio che HOKA Italia ha organizzato presso il DF Sport Specialist store di Via Palmanova a Milano, il giovedì sera precedente la 51esima edizione della Stramilano. È l’occasione per conoscere meglio due giovani promesse (anzi, molto di più) della nostra atletica leggera: Giovanna Selva (che sarà al via domenica) e il mezzofondista di valore mondiale Pietro Arese (un destino sportivo nel nome e anche nel cognome, viene di dire). Due ragazzi ma soprattutto due grandi professionisti. Più sicuro e disinvolto lui, più guardinga e delicata lei ma entrambi serissimi e determinati. Ne sentiremo parlare ancora. Ne racconteremo in tempi brevi qualche exploit sportivo in pista e su strada. Statene certi.
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Noblesse oblige, visto che siamo partiti parlando di gente che corre forte e ragiona in modo smart, prima di procedere con l’esito del nostro test, rendiamo conto dei risultati sportivi messi sull’asfalto dagli atleti che domenica 24 marzo abbiamo avuto la fortuna (no: il privilegio) di vedere da vicino, autorizzati dalla nostra wild card a prendere posto nella prima gabbia di partenza di Piazza Castello, subito alle spalle dei toprunners che - ça va sans dire - dopo poche decine di secondi di gara erano già scomparsi all’orizzonte.
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A vincere la Stramilano Half Marathon 2024 è stato Antony Kimtai con un tempo che ha sfuorato di soli trentuno secondi l’ora di gara e un vantaggio minimo e sufficiente di dieci sul connazionale Vincent Kimutai Towett della corazzata Run2gether che precede per due soli secondi l’altro keniano e compagno di colori Simon Mwangi Maithira.
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Top five in quest’ordine per Bernard Musau Wambua e per Felix Kiptarus Korir, gli “ultimi” a chiudere la mezza milanese sotto l’ora e due minuti. Di grande rilievo la performance di Francesco Guerra (CS Carabinieri), migliore degli atleti italiani in un’ora, tre minuti e 19 secondi. Davanti al nostro (dalla sesta alla nona casella del ranking) Leonard Kipngeno Bor, Olivier Irabaruta, Therence Bizoza e Onesphore Nzikwinkunda.
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In gara-donne a spuntarla è stata l’etiope Anchinalu Dessie Genaneh con un tempo finale di un’ora, sette minuti e 55 secondi (36esima della classifica assoluta), davanti alla keniana Morine Gesare Michira (Run2gether), staccata di diciotto secondi e 39esima della generale. Dietro alle due primedonne africane il vuoto: terzo gradino del podio per la croata Matea Parlov Kostro (Team HOKA), staccata di tre minuti e 19 secondi dalla vincitrice (72esima assoluta).
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Migliore italiana al traguardo, Elisa Palmero si ferma solo ai piedi del podio: quarta posizione per la rappresentante del Centro Sportivo Esercito davanti all’etiope Goyyam Tsegaye Enyew che sigilla la top five. Tutto italiano il resto della top ten della classifica, aperta dal sesto posto di Giovanna Selva (CS Carabinieri) che tiene fede alle promesse della vigilia (e di quanto dichiarato tre giorni prima nell’evento HOKA) precedendo al traguardo Benedetta Coliva, Elsabetta Iavarone, Francesca Generali e Giulia Sommi.
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Kimtai, Genaneh e compagni insomma extraterrestri nel cuore di Milano, una sorta di Area 51 per una mattina di primavera fresca al punto giusto e soleggiata, ideale per i top runners ma - nel nostro piccolo - anche per il running test agonistico delle HOKA Mach 6 che abbiamo scelto i ambietare in questa occasione e in questa location. Area 51, UFO, Mach 6... la base è alta, siamo pronti sulla rampa di lancio. Non resta che accedere i post-bruciatori e partire!
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Dato a Kimtai, a Genaneh e ai loro degni rivali quello che spettava loro, eccoci quindi al nostro test in gara delle Mach 6, la versione più leggera e reattiva di sempre per quanto riguarda questo modello, pensato per essere veloci ogni giorno. Il team di esperti HOKA ha perfezionato questa sneaker dinamica aumentandone la resa energetica, grazie all’intersuola con schiuma applicata tramite un processo innovativo, migliorandone la resistenza attraverso il posizionamento strategico della gomma nella suola. La cura dei particolari è incentrata sulla velocità: la Mach 6 infatti è realizzata con la nuova tomaia in creel jacquard dotata di traspirabilità variabile secondo le zone e soffietto interno per un comfort che avvolge il piede.
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Ritiriamo il nostro pacco-gara nel Race Centre di Piazza del Duomo dove prendono il via la 10K e la 5K, poi ci avviamo verso il villaggio atleti di Piazza Castello, sede di partenza e arrivo della Half Marathon. Le due prove più brevi tagliano invece il traguardo all’Arco della Pace, per i non milanesi… agli antipodi di Parco Sempione rispetto al Castello Sforzesco dove ci troviamo ora. Con molto sorpresa e un tuffo al cuore scopro di poter scegliere quale pettorale indossare tra quello “anonimo” (ma con un segno distintivo rosso e la dicitura “top runner”) e uno “esplicito” che ha il mio cognome al posto del numero e quest’ultimo rimpicciolito e inglobato nella fascetta rossa top runner.
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Per modestia e riservatezza scelgo il primo (ci mancherebbe altro!) ma altrettanto certamente approfitto del lasciapassare di cui sopra per accedere alla parte nobile della griglia. Oltre a ridurre di molto il rischio di incidenti nella ressa del via, su una griglia da quasi cinquemila effettivi partire davanti mi assicura al traguardo un guadagno secco di un centinaio di posizioni al traguardo, come minimo!
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Via dunque per la nostra “mezza” cittadina lungo un anello… imperfetto: nel senso che - all’altezza della Triennale (non più di cinquecento metri i linea d’aria dal via) - invertiremo la marcia letteralmente al giro di boa, per intraprendere la strada del ritorno, ripercorrendo i nostri stessi passi dell'andata: semplicemente… lungo il controviale, in questo caso percorso in senso antiorario. Fin dal via, come dicono quelli bravi le sensazioni sono buone. Non solo quelle relative alle Mach6 ai loro primi chilometri di utilizzo.
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A sorprendermi favorevolmente è anche il contesto. Poco più di un mese fa alla Mitja Maratò di Barcellona (circa 28mila atleti al via!) avevo avuto l’impressione di essere letteralmente trasportato dal via al traguardo da una fiumana indistinta, con scarse possibilità di elaborare una qualsiasi strategia, anche minima. Oggi è diverso: a conferma di quanto scritto nelle prime righe di questo resoconto, qui una dinamica di gara è possibile, praticabile adattabile chilometro dopo chilometro.
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Non siamo insomma alle prese con una “tapasciata” - seppure di altissimo livello - come quella di metà febbraio nel capoluogo catalano. Ne beneficia per diretta conseguenza la qualità del nostro test, che portiamo modestamente (molto modestamente) a termine in un’ora, 44 minuti e 27 secondi (media al km 04.54) che - avendo registrato sul nostro Garmin una distanza totale di 21 chilometri e 340 - potrebbe valere un tempo di un minuto più basso sui classici da 21.097 metri della “mezza”. Abbastanza per stare "comodamente" nella prima metà della classifica generale e di quella maschile, chiudendo 52esimo di 252 finishers nella mia categoria (SM60).
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Logicamente la performance cronometrica è del tutto trascurabile. Molto meno il contenuto tecnico del nostro test, il cui valore sta appunto nella sua affidabilità ad uso e consumo del runner di medio livello. Da questo punto di vista, la soddisfazione è stata massima. Non capita sempre di portare a termine una distanza tecnicamente impegnativa come la mezza maratona con una scarpa nuova, senza accusare il minimo inconveniente. Tanto più se, terminato l’impegno in gara, si continua come nel mio caso a indossarla per il resto della giornata. Proprio per vedere l’effetto che fa.
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Mach 6 prestazionali al punto giusto ma soprattutto affidabili e versatili. Valide in gara quanto in allenamento. Per quanto ci riguarda, ci hanno trasmesso comfort e sicurezza, sia a livello di vestibilità che di ammortizzazione, assecondando il gesto atletico e superando a pieni voti l’esame Stramilano: che non significa semplicemente asfalto ma anche diversi tipi di pavimentazione stradale, dal porfido agli storici masselli rettangolari in granito oppure pietra rossa tipici di Milano, fino (credeteci!) ad alcuni brevi settori di marmo lucido.
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Il tutto condito dalla presenza (insidiosissima per la pratica del running, specialmente di quello agonistico) dei binari del tram, dei tombini più o meno in rilievo, delle irregolarità di un fondo stradale sottoposto quotidianamente a grandi volumi di traffico. Nessun passo falso e nessuna incertezza negli... alti e bassi della nostra avventura metropolitana. Si perché (lo avreste mai detto?) correndo la cinquantunesima edizione della Stramilano abbiamo scoperto… a nostre spese che la capitale economica del nostro Paese va su a giù come la sua Borsa: non un solo metro in piano, tra tutti i ventunomilanovantasette metri di una delle sue manifestazioni sportive più ricche di tradizione!
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HOKA Mach 6 CARATTERISTICHE TECNICHE
Uso: strada/pista
Tomaia in creel jacquard
Sottile elemento in schiuma sul collarino
Doppio soffietto interno
Intersuola con schiuma applicata con un processo innovativo
Posizionamento strategico della gomma nella suola
Linguetta anatomica
Bloccaggio del mesopiede
EVA SCF stack singoloCreel
Durabrasion rubber
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Peso: 190 g (donna)(taglia 8 US)
232 g (uomo)(taglia 10 US)
Altezza dello stack: 35 mm tallone, 30 mm avampiede (donna 8 US)
37 mm tallone, 32 mm avampiede (Uomo 10 US)
Drop tacco-punta: 5.00 mm
Mach 6 è disponibile su HOKA.com e presso i rivenditori autorizzati HOKA di tutto il mondo a un prezzo consigliato di 160 Euro.
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HOKA® è uno dei marchi di calzature e abbigliamento ad alte prestazioni in più rapida crescita nella storia. Concepite in montagna, le calzature HOKA offrono una combinazione senza precedenti di ammortizzazione e supporto migliorati per una corsa straordinariamente fluida. HOKA promuove ogni giorno l'innovazione e il design delle sue calzature e del suo abbigliamento collaborando con un ampio elenco di campioni del mondo, creatori di gusto e atleti di tutti i giorni. Dai traguardi alla vita di tutti i giorni, i fan di HOKA amano il marchio per il suo approccio audace e inaspettato e per la sua fede nel potere dell'umanità di creare il cambiamento per un mondo migliore. HOKA consente a un mondo di atleti di volare sopra la terra. Per ulteriori informazioni, visitare HOKA.com o seguire @HOKA_eu. #FlyHumanFly
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