Dopo due stagioni e mezzo con Maurizio Sarri, metodico, preciso (a volte al limite dell'ossessione) nel ripetere gli schemi e perfezionare le posizioni, il dubbio di qualunque allenatore sarebbe lecito: se stravolgere o proseguire sulla stessa strada del predecessore allentando semmai un po' la pressione. La via intrapresa alla Lazio da Igor Tudor, alla prima uscita dopo il breve interregno di Martusciello, è stata saggiamente la seconda. Tornare subito a tre dall'inizio come ai tempi di Simone Inzaghi, sarebbe stato forse un rischio troppo grande contro la Juventus. E l'ultimo pallone giocabile del match gli ha dato ragione, assist di Guendouzi, inserimento chirurgico di Marusic.
La difficoltà per l'andata delle semifinali di Coppa Italia a campi invertiti rispetto al match di campionato potrebbe però essere paradossalmente proprio la conoscenza reciproca, due incontri in poche ore daranno infatti il tempo ad Allegri di perfezionare le contromisure e a Tudor per iniziare a introdurre magari qualcosa di nuovo.
Kamada è stato un altro giocatore rispetto alla gestione Sarri, Guendouzi è partito dalla panchina ma oltre all'assist vincente ha messo in campo nel post partita anche un abbraccio significativo con Tudor. Tra i due qualche incomprensione ai tempi di Marsiglia c’è stata ma, evidentemente, superata nel giro di poche ore passate insieme all'ombra della capitale.
La zona Champions è lontana ma non impossibile, la Coppa Italia diventa invece obiettivo primario per conquistare un trofeo prestigioso in grado di regalare prospettive importanti anche per la prossima stagione. Un qualcosa comunque capace di raddrizzare una stagione finora vissuta, decisamente, sotto le attese.