La Dinamo ha quasi messo aritmeticamente al sicuro la salvezza, anche con l’arrivo di coach Markovic: “Quest'anno abbiamo fatto una stagione horribilis, quando scopri che dal 20 agosto ti mancano 4 quinti del quintetto, che recuperi alla spicciolata in tre mesi, e uno non lo recuperi per niente, chiaro che annaspi. Ero molto preoccupato. Chi fa sport sa che anche squadre costruite per vincere se si trovano invischiate in situazioni complicate non sempre hanno i mezzi psicologici per uscirne. L'arrivo di Markovic era legato all'esigenza di colmare un gap che poteva diventare una valanga. Il coach è un ex giocatore. Ci sono tanti ottimi allenatori che non lo sono stati, intendiamoci (vedi Scariolo, Messina che stanno nell'Olimpo), ma per personale esperienza dico che i risultati di coach come Sacchetti, Pozzecco e ora lui non sono un caso. Hanno la capacità di interagire con i giocatori un minuto prima degli altri”. E ora Sassari guarda ai playoff? “Ci siamo quasi, perché ora quasi tutto è nelle nostre mani. Abbiamo fatto uno sforzo enorme per rientrare in lizza, ora a mente libera abbiamo l'obbligo morale e sportivo e la volontà di provarci, credo che la squadra abbia tutti i mezzi per riuscirci. Ci sono 5 partite da giocare, siamo un po' tutte lì. Si può fare. Bisogna dare atto ai ragazzi che nonostante le enormi difficoltà e l'assenza di uno come Bendzius ci hanno tenuto dove dobbiamo stare”.