L'IDEA DELL'APACHE

Carlos Tevez traccia il suo futuro: "Mi ispiro più a Conte. Potrei tornare in A da tecnico, magari del Milan"

L'ex giocatore della Juventus ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha lasciato trasparire le intenzioni sul proprio futuro

Carlos Tevez ha scritto una pagina importante nella storia della Juventus. I suoi gol hanno rappresentato alcune delle pagine più belle del ciclo vincente guidato prima da Antonio Conte e poi da Massimiliano Allegri così come le cavalcate in Europa sono ancora oggi ricordate con piacere dai tifosi bianconeri. Il calciatore argentino ha lasciato oggi il calcio giocato, ma continua a guardare con piacere la sua ex squadra che non sembra però esser più all'altezza delle prestazioni fornite qualche anno fa.

"La squadra ora è terza e credo non abbia i mezzi per fare di più. Siamo abituati a vedere la Juve vincere quindi ci sorprendiamo se non lo fa per qualche anno. Seguo molto la A e penso che l’Inter sia superiore e ci sia tanta distanza tra i due club. Allegri sa tirare fuori il meglio della squadra soprattutto nelle difficoltà. Anche con noi all’inizio era stato così. Poi dipenderà da cosa cerca la società - ha raccontato Tevez in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport -. Max è diverso da Conte, è più tranquillo. Questo non vuol dire che non sia un vincente o che non abbia mentalità. Basta vedere come si rialza da ogni momento difficile. Tutto grazie alla gestione e all’empatia che sa creare con il gruppo. È più calmo nelle situazioni, ma gli va dietro tutto lo spogliatoio".

Nonostante gli elogi rivolti all'attuale tecnico dei bianconeri, se l'ex attaccante di Boca Juniors, Manchester United e Manchester City dovesse scegliere un allenatore a cui ispirarsi, non ci sono dubbi: il nome è quello di Antonio Conte. Molto simile come temperamento all'ex giocatore sudamericano, ma al tempo stesso capace di toccare le corde giuste per far rendere meglio i propri giocatori. "Sono passionale, uno che ci mette l’anima tutti i giorni. Giochiamo un calcio dinamico: pressing alto e grande attenzione alla fase offensiva. Coi miei giocatori sono un martello, ho avuto grandi maestri…Mi ispiro a Conte per la passione e l’ossessione per la vittoria, da Bielsa ho preso l’attenzione ai dettagli e da Ferguson mi porto la grande calma nella gestione del gruppo. Ma di bravi ne ho avuti tanti, penso a Mancini e Allegri. Se ne devo dire uno però, scelgo Antonio - ha spiegato Tevez -. Se devo pensare a un retroscena, me ne viene in mente uno che fotografa alla perfezione il personaggio: lottavamo per lo scudetto con la Roma, io ero in Argentina per un problema familiare e non potevo allenarmi. Avremmo giocato coi giallorossi nel fine settimana. Prima mi disse di stare tranquillo, 3 giorni dopo mi chiese di tornare perché dovevamo vincere a tutti costi e mi voleva in campo. Per lui esisteva solo la vittoria".

La nuova carriera di Tevez può a questo punto passare dall'Italia dove ha lasciato il cuore oltre a un controverso mancato passaggio al Milan che i supporters rossoneri non gli hanno ancora perdonato. Il tutto in attesa di trovare un nuovo Tevez, perché secondo l'ex bomber della Juventus, un erede degno del suo nome non è ancora stato individuato. "Un nuovo Tevez Non esiste… . Non ho trovato nessuno che mi assomigli, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello del sacrificio e dell’agonismo. Io mettevo il cuore in campo, davo tutto me stesso. Ora credo che questo si sia un po’ perso, non solo in Italia ma in Europa in generale - ha concluso l'"Apache" -. L’Italia è nel mio cuore. Mi piacerebbe tanto, magari da allenatore. La A è uno dei migliori campionati al mondo e penso di dover crescere per meritarmela. Dovevo andare al Milan, ma non dipese né da me né da Galliani. C’è sempre stata stima e molto rispetto. Poi ogni volta che giocavo col Milan facevo benissimo. La Juve si mosse bene, un po’ anche in segreto e riuscì a prendermi. Chissà però che le strade col Milan non si possano incrociare di nuovo. Magari da tecnico…". 

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