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James MVP, Bologna rivelazione, Milano delusione: i nostri awards

Alla fine della regular season di Eurolega ecco i nostri riconoscimenti individuali e di squadra: c'è anche Shengelia nel miglior quintetto

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MIGLIOR QUINTETTO Mike James (Monaco), Wade Baldwin IV (Maccabi), Dzanan Musa (Real Madrid), Toko Shengelia (Virtus Bologna), Mathias Lessort (Panathinaikos)

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MIGLIOR GIOCATORE Mike James (Monaco): pochi dubbi, anzi zero. Continuo e sempre altamente performante, dal punto di vista tecnico e della tenuta mentale. Finalmente maturato a 33 anni suonati, abbaglia per il suo infinito talento, ma anche per la valorizzazione delle risorse della sua squadra. Tradotto: gioca anche per gli altri. Sì, parliamo di Mike James. Le sue medie: 18.7 punti, 5.1 assist, 4.2 rimbalzi, 20.2 valutazione. Chapeau. 

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MIGLIOR ALLENATORE Georgios Bartzokas (Olympiacos): perdere due fuoriclasse come Sloukas e Vezenkov - senza sostituirli con giocatori di pari valore - avrebbe fatto pensare a una stagione di down dell'Olympiacos. Niente di tutto ciò: dopo un periodo di comprensibile assestamento, la squadra ha trovato una sua precisa identità attraverso un sistema di gioco ben organizzato, completo ed efficace, pur senza grande talento. Merito di un allenatore abile a cucinare bene anche senza materie prime di altissima qualità. Chiude a un soffio dal secondo posto. Viste le premesse, un grandissimo risultato. 

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GIOCATORE RIVELAZIONE Kendrick Nunn (Panathinaikos): sia chiaro, il valore assoluto del giocatore era ben noto e non accostabile al termine "rivelazione", nel senso che si era già rivelato come grande giocatore. Ma non in Europa. E ha colpito la rapidità (meglio, l'immediatezza) di ambientamento in una pallacanestro ben differente a quella cui era abituato dall'altra parte del globo. Innesto fenomenale per Ataman, solo 5 volte in 28 gare ha mancato la doppia cifra. È il go-to guy di una squadra potenzialmente da titolo. 

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GIOCATORE DELUSIONE Kemba Walker (Monaco): il rischio dell'operazione era altissimo, la scommessa è stata persa. Continui problemi fisici non gli hanno permesso di mostrare all'Europa il suo clamoroso talento che gli è valso la partecipazione a 4 All Star Game in NBA. Appena 11 minuti di media in campo, con poco più di 4 punti a partita e appena 3 gare in doppia cifra su 21. Numeri che sanno di ormai ex giocatore. Purtroppo. 

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GIOCATORE PIU' MIGLIORATO Markus Howard (Baskonia): sa essere letale, ma è troppo discontinuo. Questo il giudizio fino all'anno scorso. In questa stagione - a 25 anni da poco compiuti - è esploso e il suo rendimento è stato debordante. Contende a Mike James la palma di miglior attaccante della lega. E non è cosa da poco. 17 partite su 34 con oltre 20 punti segnati, segna 125 triple con quasi il 40%. E dà l'impressione di poter crescere ancora. Pronto per una big, magari vestita di bianco e con residenza nella capitale spagnola. 

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MIGLIORE SQUADRA Real Madrid: per tutto il torneo dà l'impressione di poter fare quello che vuole, come vuole e quando vuole. Il roster è profondo, completo, pieno di talento e di esperienza. E ben allenato da un allenatore misteriosamente sottostimato dalla stampa spagnola. Girone di andata vicino alla perfezione, girone di ritorno di pura (e intelligente) gestione. Un'unica incognita tra il Real e il back-to-back: avrà ancora la fame di un anno fa? 

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SQUADRA RIVELAZIONE Virtus Bologna: eh, ma il girone di ritorno... Non scherziamo. Nessuno (nes-su-no) avrebbe scommesso un euro sulla post season delle Vu Nere, specie dopo il terremoto-Scariolo di metà settembre. E invece. Luca Banchi ha costruito, insieme ai suoi giocatori, un piccolo capolavoro nel girone di andata. Non replicabile a gioco lungo, per limiti di roster (corto e perfettibile per restare a certi livelli) e fisici (impensabile che i "non più giovani" Hackett e Belinelli, per fare due nomi, potessero reggere certi ritmi per 34 partite). Ma l'impresa resta: Bologna ha appassionato ed entusiasmato, specie nelle notti delle - tante - magiche rimonte che hanno fatto brillare gli occhi a chi ama la pallacanestro. 

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SQUADRA DELUSIONE Olimpia Milano: repetita non iuvant. Dopo il flop dell'anno scorso, con la zona playoff mancata nonostante una squadra ben attrezzata per centrare l'obiettivo, quest'anno è andata peggio non riuscendo a entrare nemmeno nella zona play-in con un Mirotic (e uno Shields tendenzialmente sano, con 29 presenze contro le 10 di un anno fa) in più. Gli errori di costruzione e gestione sono stati ampiamente sviscerati da tempo. L'importante è che servano per correggere il tiro per il futuro, perchè una squadra come Milano, un brand come Armani e un pubblico da oltre 10mila presenze a partita non meritano la mediocrità che ha contraddistinto l'ultimo biennio europeo. 

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