I playoff di Eurolega sono una bellezza. Squadre che lottano per ogni singolo possesso come se fosse l’ultimo, campioni che mettono sul campo classe e voglia di vincere, livello di competitività altissimo. E’ successo nelle prime quattro gare 1, con il solo Real Madrid ad arrivare comodo al traguardo contro il Baskonia: nelle altre tre partite Maccabi, Olympiacos e Fenerbahce hanno piazzato tre successi esterni pesantissimi quanto combattuti. E stasera si ricomincia con le gare 2. Che meraviglia.
Ma c’è un però, nemmeno troppo irrilevante. I fatti. Oaka, tempio della pallacanestro greca e casa del Panathinaikos. Primo match della serie tra i verdi di Ergin Ataman e il Maccabi. Una partita bellissima, intensa come una finale, vinta con merito dalla squadra di Tel Aviv per 91-87. Una sconfitta pesante per i padroni di casa, maldigerita dal club del presidente Dimitris Giannakopoulos (uno che quando parla fa sempre rumore) che ha sfogato la sua rabbia per un paio di fischi arbitrali discutibili attraverso un durissimo comunicato stampa totalmente fuoriluogo.
“Purtroppo, ancora una volta, arrivato al momento decisivo della stagione in Eurolega e dopo aver compiuto un grande sforzo come Panathinaikos per ritornare ai vertici, siamo stati testimoni di un “attacco frontale” che ci riporta alla mente le “stragi” che abbiamo subito quando c’era Jordi Bertomeu (ex CEO di Eurolega, ndr). Non vogliamo credere che le tragedie che accadono in tutto il mondo e ci addolorano tutti (in Russia, Ucraina, Palestina e Israele) possano influenzare il basket professionistico. Tuttavia, i gravi errori di ieri non ci consentono di pensare diversamente”.
E ancora: "Lo sport non deve essere utilizzato per lenire le ferite e le situazioni che i popoli stanno vivendo ed è un dato di fatto che il basket dovrebbe sempre rimanere estraneo a tutto ciò. Il Panathinaikos ha dimostrato, non solo quest’anno ma anche storicamente, quanto ami il basket e lavori per far crescere questa disciplina. Ha anche dimostrato che, quando ci si prende gioco del sudore dei suoi atleti, delle emozioni dei suoi milioni di tifosi, dei soldi che investe e degli sforzi enormi che compie, è in grado di alzarsi in piedi, sbattere i pugni sul tavolo e combattere fino alla fine per far valere le proprie ragioni, a prescindere dalle conseguenze. Il Panathinaikos ha 116 anni di storia, forse più di alcuni stati. Mostrate finalmente il rispetto dovuto e smettete di sottovalutare il prodotto".
Gli arbitri – nella delirante versione del Panathinaikos – avrebbero quindi favorito il Maccabi per via di un preciso disegno politico legato al conflitto israelo-palestinese che sta tenendo in ansia il mondo intero.
Una posizione semplicemente inaccettabile, definita “delirante” dai media israeliani. Sarebbe stato bello leggere due righe di condanna anche da Eurolega, destinataria dell’assurdo messaggio del club di Giannakopoulos. E invece silenzio assoluto. Un silenzio imbarazzante che rovina l’atmosfera dei playoff.