In una lunga e interessante intervista concessa a Luca Chiabotti sull'edizione milanese de "La Repubblica", Ettore Messina ha toccato i temi più caldi in casa Olimpia Milano. Ecco alcuni estratti.
MESSINA E LE DIFFICOLTÀ DI INSERIRE MIROTIC: "Abbiamo avuto grandi problemi fino a Natale, poi anche l’attacco è migliorato ma gli infortuni ci hanno tolto la continuità per recuperare. Abbiamo sbagliato la scelta sul regista e ci siamo impallati. E non voglio nascondermi dietro a un dito: trapiantare in questa squadra un giocatore bravo e famoso come Mirotic non è stato facile. Abbiamo avuto, diciamo così, delle difficoltà in molti momenti, poi sono state appianate".
MESSINA E LA LOTTA SCUDETTO: "Ci sono più squadre che possono pensare allo scudetto rispetto alla scorsa stagione dove noi e Bologna eravamo nettamente un passo avanti le altre. Saranno playoff combattuti fin dai quarti e, in più, si torna a un’eventuale finale a 5 gare e, questa, è un’altra differenza notevole. Quanto a noi, la situazione è simile al 2023, speriamo lo sia anche il risultato finale. Un anno fa, non sapevamo che tipo di apporto avrebbe potuto darci Gigi Datome nei playoff, stavolta dobbiamo capire le condizioni di Nikola Mirotic. E decidere l’assetto definitivo: in passato, ha sempre pagato scegliere quali sono gli stranieri che giocano e chi deve tenersi pronto in caso di necessità, perché cambiare in continuazione non dà fiducia e tranquillità alla squadra".
MESSINA, IL PROBLEMA DEL PLAYMAKER E IL RIMPIANTO BARON: "Non abbiamo gestito bene il post Rodriguez- Delaney, che hanno lasciato l’Olimpia per motivi diversi, non garantendo lo stesso livello in quella posizione. Ma mi chiedo: se quest’anno avessimo avuto Billy Baron? Certe stagioni le azzecchi tutte, in altre commetti degli errori in un mercato dove, eccetto che per pochissimi club, è difficile trattenere a lungo i giocatori importanti".
MESSINA E IL SUO DOPPIO RUOLO: "C’è chi pensa che mi faccia anche il contratto da solo... In realtà, io alleno la squadra. Il club è portato avanti da Christos Stravopoulos e Gianmaria Vacirca. Non dico mai che una cosa deve essere fatta per forza, li ascolto. Mi tengo solo l’ultima parola sulla scelta di un giocatore".