FORMULA 1

Adrian Newey saluta la Red Bull e chiama la Ferrari: "Cerco nuove sfide per me stesso"

Il direttore tecnico ha commentato l'addio alla scuderia di Milton Keynes dopo diciotto anni di collaborazione

di Marco Cangelli

© Getty Images

"Fin da quando ero un ragazzino, volevo diventare un progettista di auto veloci. Il mio sogno era quello di diventare un ingegnere di Formula 1 e ho avuto la fortuna di realizzare questo sogno". Chi parla non è un tecnico qualsiasi, in grado di trasformare la propria passione in un lavoro vero e proprio, ma Adrian Newey, il mago dell'aerodinamica che ha cambiato la storia dell'automobilismo. Dopo esser approdato a Milton Keynes nel 2006 quando la Red Bull era semplicemente una scuderia di media classifica guidata trascinata dalle prestazioni di David Coulthard, il direttore tecnico ha annunciato il proprio addio prendendosi qualche mese di pausa dalla Formula 1 prima di ripartire con una nuova sfida.

Nelle parole di Newey si percepisce tutta la commozione di chi lascia un posto di lavoro dopo diversi anni, ciò non toglie che il rapporto sia ormai giunto al capolinea dopo una serie di lotte intestine che lo ha portato a scontrarsi con Helmut Marko, sempre più isolato dopo l' "Horner Gate" che ha scosso la scuderia del toro rosso. 

"Per quasi vent’anni ho avuto il grande onore di svolgere un ruolo chiave nei progressi della Red Bull Racing, da neonata a squadra plurivincitrice di titoli. Tuttavia, ritengo che sia giunto il momento di passare il testimone ad altri e di cercare nuove sfide per me stesso. Nel frattempo, le fasi finali dello sviluppo della RB17 sono ormai alle porte, quindi per il resto del mio tempo con il Team mi concentrerò su questo aspetto. Vorrei ringraziare le tante persone straordinarie con cui ho lavorato alla Red Bull negli ultimi 18 anni per il loro talento, la loro dedizione e il loro duro lavoro - ha spiegato Newey -. È stato un vero privilegio e sono certo che il team di ingegneri sia ben preparato per il lavoro da svolgere per l’evoluzione finale della vettura nell’arco dei quattro anni previsti da questo regolamento. A titolo personale, vorrei anche ringraziare gli azionisti, i defunti Dietrich Mateschitz, Mark Mateschitz e Chalerm Yoovidhya, per il loro incrollabile sostegno durante il mio periodo alla Red Bull, e Christian, che non è stato solo il mio socio in affari ma anche un amico delle nostre rispettive famiglie. Grazie anche a Oliver Mintzlaff per la sua gestione e a Eddie Jordan, mio caro amico e manager”.

Quelle "nuove sfide" lasciano trasparire molto di quanto possa accadere nella carriera di Newey perché, se è vero che nei prossimi mesi si concentrerà sullo sviluppo finale dell'RB17, la nuova hypercar della Red Bull, al tempo stesso lo sguardo è già rivolto al 2025 quando con ogni probabilità volerà a Maranello per guidare la progettazione della nuova Ferrari. Tutto è ancora in stand-by, tuttavia l'incontro fra l'ingegnere inglese e Fredric Vasseur andato in scena a Londra lascia prevedere il lieto fine della trattativa.

In attesa di avere ulteriori sviluppi sulla questione, è arrivato il saluto del team principal della Red Bull Christian Horner che, insieme a Newey, ha condiviso alcuni dei più belli successi con Sebastian Vettel e Max Verstappen. "Tutti i nostri momenti più importanti degli ultimi 20 anni sono arrivati con la mano di Adrian al timone tecnico - ha detto - la sua visione e la sua genialità ci hanno aiutato a conquistare 13 titoli in 20 stagioni. La sua eccezionale capacità di concettualizzare oltre la F1 e di portare un'ispirazione più ampia per la progettazione delle auto da GP, il suo straordinario talento nell'accettare il cambiamento e nel trovare le aree delle regole più favorevoli su cui concentrarsi, e la sua incessante volontà di vincere hanno aiutato la Red Bull a diventare una forza più grande di quanto, penso, anche il defunto Dietrich Mateschitz avrebbe potuto immaginare - ha sottolineato il dirigente britannico -. Due decenni e 13 campionati dopo, se ne va come una vera leggenda. È anche mio amico e qualcuno a cui sarò eternamente grato per tutto ciò che ha portato. L’eredità che lascia echeggerà nelle sale di Milton Keynes e la RB17 Track Car sarà un’adeguata testimonianza ed eredità del tempo trascorso con noi".