Più che soddisfazione per aver accorciato su Novak Djokovic in classifica, si respira un po' di preoccupazione per le condizioni fisiche di Jannik Sinner che ha dovuto abbandonare l'ATP Masters 1000 di Madrid a causa di un problema all'anca destra. Un incidente da non da poco considerata la lunghezza della stagione e gli obiettivi da raggiungere a partire dal Roland Garros seguito a ruota dalle Olimpiadi, ma soprattutto visto che questi traguardi sono riposti sulla terra rossa, quel terreno così poco affine all'azzurro e che lo ha messo in difficoltà sia a Montecarlo che nella capitale spagnola.
Inutile girarci attorno, nonostante i progressi visti sinora, Sinner non sembra apprezzare ancora appieno la terra battuta che per anni ha fatto la fortuna del tennis italiano soffrendo quell'"imprevedibilità" nel colpo e soprattutto quell'"impossibilità" di forzare eccessivamente al servizio, vero cavallo di battaglia del 22enne di Sesto Pusteria in grado di concedergli alcuni dei trionfi più importanti sul cemento e nell'indoor.
A dispetto dell'erba dove sì è vero che tutto si rallenta, ma che comunque rimane il territorio privilegiato da Jannik essendo cresciuto in Alto Adige, là dove la cultura tennistica mittleuropea prevale sulla cultura mediterranea; la terra rossa è un nemico per le articolazioni, soprattutto per le gambe costringendoti a muovere con più intensità e a portare avanti scambi decisamente più lunghi. Non il massimo per Sinner che da Montecarlo sta combattendo con il dolore e con avversari che rimangono ancora delle bestie nere come Stefanos Tsitsipas e Felix Auger Aliassime, unico ad aver sempre battuto battere l'allievo di Simone Vagnozzi nei vari incontri.
Quel ritiro a Madrid sa sì un po' di pretattica, ma anche di occasione mancata di cancellare il tabù legato al canadese e soprattutto a quel terreno infido che sinora gli ha regalato soltanto l'accesso alle semifinali nel Principato, dopotutto il "giardino di casa sua" considerato la località di residenza dell'azzurro. Se la classifica sorride a Sinner visti i 200 punti recuperati a Djokovic (assente in Spagna) e la sconfitta di Carlos Alcaraz (più vicino a subire il sorpasso di Daniil Medvedev che al secondo posto dell'italiano), dall'altra parte rimane quell'amarezza per non aver trovato ancora il feeling giusto per domare la terra rossa e poter dimostrare a tutti gli effetti di valere il primo posto nella graduatoria ATP.
Aggiungeteci che, complice il forfait di Madrid, sfugge anche la possibilità, seppur remota, di centrare la vetta del ranking già a Roma e la frittata è fatta. Nella capitale Djokovic si presenterà con un potenziale bottino di 9810 punti compresi i 180 scartati dal 2023, mentre il bolzanino potrebbe arrivare a un massimo di 9770 in caso di trionfo. A questo punto gli Internazionali d'Italia diventano una sorta di "out-out" per la stagione di Sinner. Serve un grande risultato non solo per soddisfare il palato raffinato delle migliaia di tifosi che accorreranno al Foro Italico per sostenerlo, ma anche per dimostrare che i problemi fisici sono passati e che al Roland Garros così come alle Olimpiadi ci si possa presentare con ambizioni di vittoria.
È vero che il ferro è duro da digerire, ma se Sinner vuole diventare il numero uno al mondo deve riuscire in questa impresa e regalare così un'estate indimenticabile per tutti gli italiani.