Jannik Sinner lascia dubbi sulla sua presenza a Parigi: "Ci andrò soltanto se sarò al 100%"
Il 22enne di Sesto Pusteria ha deciso di intervenire a Roma per raccontare quanto accaduto nelle ultime ore
Jannik Sinner non sarà al via degli Internazionali d'Italia in programma a Roma dal prossimo 10 maggio. Un'assenza che pesa sul movimento del tennis italiano e che è legata alle condizioni del 22enne di Sesto Pusteria, alle prese con un problema all'anca che lo ha costretto a ritirarsi all'ATP Masters 1000 di Madrid. L'azzurro ha quindi scelto di puntualizzare su quanto accaduto nel corso delle ultime ore durante una conferenza stampa al Foro Italico in occasione del premio consegnato dalla stampa estera come miglior tennista dell'anno 2023. Un'occasione che ha aperto alcuni dubbi sulla sua eventuale partecipazione al Roland Garros.
LA CONFERENZA STAMPA DI JANNIK SINNER
Hai parlato della tua grande voglia di giocare e non può esser un errore. C'è qualcosa che non rifaresti?
Non è sempre detto che se uno si fa male è un errore. Ho fatto tutte le cose giuste, ci siamo presi delle giornate di riposo dopo Montecarlo e mi sono sentito fresco per Madrid. Ci siamo allenati lì per metter benzina in vista di Parigi e penso di aver fatto tutto correttamente. Ci può stare. È tanto che non avevo un infortunio e speriamo di tornare più forte di prima.
Qual è la diagnosi effettiva?
Pensavamo non fosse un problema grave. Con la risonanza è emerso qualcosa che non va. Ciò che è sicuro che se non sarà curato al 100%, mi fermo ancora un po', perché non voglio buttar via altri tre anni di carriera. Anche se fa male, curare il corpo è molto più importante che tutto il resto. Vediamo come gestire queste situazioni.
Qual è l'appuntamento clou di questa stagione?
Era qua a Roma. Speriamo di poter giocare a Torino davanti al pubblico italiano. Tutte le partite che si possono giocare in Italia sono speciali. Era un torneo importante anche per i punti ATP, anche se ora era abbastanza secondario. Se devo scegliere un obiettivo è andar a Torino. Speriamo di riuscirci ad andare anche se sono in buona posizione. L'altro obiettivo è tornar in campo e giocare un ottimo tennis.
Quanto ti senti sicuro di andar a Parigi e come ti preparerai all'erba?
Non ho mai avuto problemi con il cambio di terreno. Non mi sono ultimamente mosso bene. Stiamo facendo dei lavori a bassa intensità. Ci saranno più risposte tra una settimana/una settimana e mezzo. Giocherò a Parigi se avrò la possibilità di giocare al 100% altrimenti valuteremo.
Come si svilupperanno le prossime settimane? Quando andrai a Parigi?
Sarà un periodo senza giocare. Dalla prossima settimana in poi dovremo vedere come lavorarci e decidere alcune cose. La preparazione per Parigi non sarà ottimale perché saremo abbastanza stretti. Con il mio team daremo il massimo per recuperare e andar lì per competere. Arrivare a Parigi senza partite qui a Roma non sarà semplice però vediamo come andrà. Ora non c'è una risposta a queste domande.
Tu parti dalle sconfitte anche se questa non lo è. Cosa ti ha insegnato questa vicenda? Hai fatto qualche errore?
Non lo so, sicuramente mi rendo conto che il riposo è molto importante. Già l'anno scorso mi sono dato delle possibilità per non toccare la racchetta per qualche giorno perché è importante anche da un punto di vista mentale. Dopo Montecarlo non ho toccato racchetta per cinque giorni e mi sono sentito bene. Poi sono arrivato a Madrid e ho dovuto far i conti con la situazione.
Cosa ti diceva il tuo corpo a Montecarlo e Madrid? Dove vedi il bicchiere mezzo pieno?
E' abbastanza pieno in base alla stagione che stiamo facendo. Anche in futuro ci saranno sempre momenti di difficoltà. Alcuni infortuni si possono prevenire, alcuni no. L'anno scorso abbiamo fatto una stagione senza infortuni, quest'anno uguale. Possiamo imparare da queste cose e poi andar avanti. A Montecarlo si è sentito un po' stanco il corpo dopo Indian Wells quindi il prossimo anno sarà da valutare se giocare o meno. Sono una persona che vorrebbe giocare a tutti i tornei, però se ci sono più persone contro una, diventa più difficile. Non la vedo come una sconfitta. Sicuramente ci sono cose che si possono far meglio.
Quando è emerso questo problema? Durante il torneo o prima di Madrid?
Prima del torneo stavo meglio. A Madrid c'erano dei giorni dove sentivo di più, altri meglio. Era una situazione strana. Il giorno prima della partita andava un po' meglio, però sapevo che qualcosa non andava. Il giorno dopo abbiamo fatto una risonanza e che c'era qualcosa che non era apposto al 100% e quindi ho scelto di non giocare più a Madrid. Facendo degli esami a Monaco ho dovuto prendere delle scelte ulteriori perché Roma è il momento più importante dell'anno. Ho ventidue anni, faccio tempo a giocare ancora dieci anni qui
Il presidente Binaghi: "Quando mi ha chiamato Jannik non avevo il coraggio di chiamarlo, ma bisogna ripartire più forti di prima"
"Essere qui gli fa onore e fa onore alla nostra manifestazione. In uno sport così esasperato, la Federazione deve aver il compito di star vicino ai nostri campioni nei momenti di difficoltà. Troppo facile farlo quando si vincono gli Australian Open. Questo come per Jannik è un momento di difficoltà. La telefonata è stata una coltellata perchè pensavo che il pericolo fosse rientrato visto che con Volandri avevamo seguito la vicenda a Madrid. Ero in riunione e ho visto che Jannik mi aveva chiamato. Ho lasciato pensar mezz'ora prima di richiamarlo e quando ho preso coraggio, ho visto che era quanto pensassi. Doveva esser la sua festa, visto che dopo 47 anni era la prima volta che era il favorito di questo torneo. Ciò nonostante penso che la scelta sia stata giusta e il merito è dello staff. Credo che l'obiettivo suo come del tennis italiano, per cambiare la storia di questo sport, sia la continuità. Per quanto dolorosa la scelta penso sia giusta. Bisogna trovar le forze per ripartire più forti di prima"