Programmare con lo scudetto sul petto e le due stelle da apporre sulla maglia è sicuramente più agevole, d'altra parte però porta con sè se non l'obbligo di certo l'aspirazione a migliorarsi ancora. E migliorare una squadra che ha dominato il campionato così come ha fatto l'Inter non è facile. Le novità hanno appeal, ma non sempre sono sinonimo di crescita: questo è il punto di partenza della programmazione nerazzurra, condiviso dal management e dall'area tecnica. Come abbiamo evidenziato ieri, fino alla scadenza del 20 maggio non si entrerà in una fase operativa, anche in tema rinnovi, ma ciò non toglie che discussioni e confronti sulle linee guida siano costanti. Oltretutto, non va scordato, si parte già da due certezze: Taremi e Zielinski, il che non è poca cosa tenuto conto dell'importanza di questi due nuovi innesti.
Insignito oggi del Premio Bulgarelli in qualità di miglior allenatore italiano, Simone Inzaghi è tornato così a parlare dello scudetto appena conquistato ma anche, appunto, del prossimo futuro nerazzurro: "Questo scudetto è quello della gioia - ha dichiarato il tecnico della seconda stella dell'Inter - ho dei ragazzi a cui in campo piace giocare a calcio. Abbiamo fatto felici milioni di interisti che attendevano la seconda stella. Ora sappiamo che nel calcio non bisogna mai fermarsi, abbiamo vinto tanto in questi anni ma guardiamo sempre avanti sapendo che la prossima sarà una stagione lunga e importante che si concluderà con il Mondiale per club: ho la fortuna di avere alle spalle una società importante e forte che si sta già muovendo per far sì che le cose possano ancora migliorare. La nuova Champions è sicuramente molto stimolante".
Dove e come intervenire, alla luce di un equilibrio di bilancio che sarà ancora la pietra miliare di tutte le operazioni, sarà frutto di un costante confronto tra le parti. In quest'ottica, una cosa appare chiara: con una stagione lunghissima, che culminerà col Mondiale per Club, Inzaghi necessita di una più ampia copertura reparto per reparto, ma soprattutto pone l'accento su quello d'attacco. Per il tecnico nerazzurro, insomma, è quella la priorità. Lautaro, Thuram e Taremi sono il punto di partenza, ma con Sanchez ai saluti e Arnautovic poco convincente, è lì che chiederà interventi. Per capirci: servono cinque attaccanti, non ne bastano più quattro. E se l'austriaco fosse il quinto, bene. Diversamente meno. Fare cassa con l'ex Bologna non è facile, piuttosto allora meglio tenerlo e provare a capitalizzare sacrificando qualche giovane di prospettiva (senza dimenticare che in caso di mancata qualificazione Champions, dal Marsiglia rientrerebbe anche Joaquin Correa). L'obiettivo? Uno su tutti, vale a dire Gudmundsson. Sì, perché con l'islandese del Genoa Inzaghi sentirebbe di avere il parco attaccanti giusto per puntare non solo alla riconferma in campionato. Ed è quello che chiederà nel prossimo summit di mercato con Marotta, Ausilio e il presidente Zhang.