Nella lunga, articolata, profonda intervista concessa da Paolo Maldini al format Storie di Serie A, con Alessandro Alciato, su Radio TV Serie A con RDS, c'è un passaggio in cui l'ex capitano e dirigente del Milan parla dello scudetto dell'Inter mandando un chiaro messaggio al suo ex club, o meglio, a chi ora ne è proprietario. Una stoccata a Gerry Cardinale, l'uomo che lo ha licenziato, scegliendo non solo altri manager ma anche un modo molto diverso di gestire il Milan e programmarne il futuro: “È molto indicativo quello che è successo" ha dichiarato Maldini. L’Inter ha una struttura sportiva che determina il futuro dell’area sportiva stessa. È stata gratificata con contratti a lunga scadenza, c’è stata un’idea di strategia".
Una organizzazione che, per esempio, non ha avuto il Napoli nel post Spalletti: "Non è un caso che il Napoli sia andato male dopo gli addii di allenatore e direttore sportivo. Si dà poca importanza alla gestione del gruppo, a volte si considerano i giocatori come macchine che devono produrre qualcosa, ma per farlo servono persone che li aiutino a farlo. Il supporto ai calciatori credo che sia ancora qualcosa di inespresso nel calcio sia in Italia sia a livello mondiale, ci si dimentica che sono ragazzi giovani che hanno bisogno di supporto e di qualcuno che dica loro le cose come stanno, non sempre è facile arrivare a parlarne con loro. Il passato può far paura? A volte sì, ma non è detto che il fatto di avere un grande passato da calciatore ti debba per forza dare un presente da dirigente. Sono due lavori completamente diversi, fin quando non si prova non si sa. Quando non ti danno l’occasione è perché probabilmente il tuo passato è ingombrante e la gente lo sa. È quello che ho sempre detto, quando mi hanno chiamato ho detto: “Ma siete sicuri?”, perché devi sapere pro e contro. Mi piace giocare a carte scoperte”.