IL CASO GIUDIZIARIO

Violenza sessuale e molestie: la tennista Pairone denuncia il suo ex coach

La 28enne torinese ha raccontato la propria vicenda nel corso dell'udienza andata in scena a Ivrea

di Marco Cangelli

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Il tennis dovrebbe essere teoricamente soltanto una passione, ma per Giulia Pairone è diventato un vero e proprio incubo. La 28enne torinese ha deciso di denunciare Ivano Rolando, suo allenatore da sempre, per violenza sessuale e maltrattamenti subiti nel corso della carriera e che ha portato la pm Elena Parato del Tribunale di Ivrea a richiedere sei anni e quattro mesi per il tecnico.

Secondo quanto raccontato in aula dall'atleta piemontese, le vessazioni sarebbero state continue e giornaliere con tanto di frasi del tipo "Hai un bel culo" o "Un culo alla brasiliana" oltre alle pretese da parte dell'ex maestro di dormire nella sua camera, abbracciato a lui. Ad aggravare la situazione è il periodo in cui è avvenuto tutto ciò, a cavallo fra il 2011 e il 2013 quando Pairone era ancora minorenne, tempestandola di telefonate serali e ulteriori messaggi per "manipolarla e controllarla" secondo quanto riportato dal Corriere Torinese

"Ad agosto 2012 eravamo insieme a New York. Mi ero qualificata per gli US open junior. La sera mi chiedeva di andare nel suo letto e mi toccava il seno e il sedere. Prima del match mi ha tenuta imprigionata nell’hotel per due giorni. Ero in campo e non riuscivo a respirare. Giocai malissimo e persi, nonostante fossi superiore alla mia avversaria - ha raccontato l'ex campionata italiana di tennis che ha denunciato il tutto nel 2019 dopo esser tornata dagli Stati Uniti dove si è laureata in psicologia dello sport ed essergli stato riscontrato un disturbo post traumatico per stress -. A settembre 2009 ho cominciato ad allenarmi a Borgaro Torinese. Lui mi convinse di esser stato 350 nella classifica Atp. Scoprii dopo anni che non era vero. Fin da subito iniziò a telefonarmi tutte le sere nonostante ci fossimo visti per l’allenamento fino a poche ore prima. Mi chiamò tutte le sere senza mai saltare un giorno per tre anni e mezzo. Mi diceva che era il mio secondo papà. Mi veniva a prendere a casa per andare ad allenarmi e dopo mi riaccompagnava. Si fermava a cena. Si presentava a casa mia anche la domenica. Mi manipolava dicendomi: faccio tutto per te. E fu così che mi vietò di avere fidanzati fino ai 18 anni".

A confermare quanto accadeva sia durante gli allenamenti che durante i tornei in giro per il mondo vi sono tre video dove si sente Rolando utilizzare termini decisamente poco consoni al suo ruolo: "Eccola qui la tigre. Insomma, altro che tigre: un micio zoppo. Inguardabile - commenta l'allenatore mentre la giovane si scalda correndo -. L’unica cosa che si salva qui è il culo. Per i fan faccio un primo piano del sedere". 

Secondo l’avvocato difensore Stefano Coppo, che ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito però: "C'è un'alterazione della realtà. Le violenze sessuali non sono affatto dimostrate. Non ci sono prove nemmeno riguardo ai maltrattamenti". Il processo è stato aggiornato al 30 maggio, intanto l’avvocato di parte civile Annalisa Baratto ha chiesto 60 mila euro a titolo provvisionale. I legali difensori dell'ex allenatore hanno chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove.