Se il calcio avesse una sua logica, la Coppa Italia sarebbe già nella bacheca dell’Atalanta prima di giocarsi la finale. Un’Atalanta che dà spettacolo in Italia e in Europa, un’Atalanta che prende a pallate per un’ora la Roma (2-0 prima del rigore di Lorenzo Pellegrini e poteva tranquillamente essere… un set a zero), un’Atalanta che elimina e umilia Liverpool e Marsiglia. L’avversaria dei nerazzurri di Bergamo mercoledì all’Olimpico sarà una Juventus reduce dal penoso pareggio casalingo contro la derelitta e già retrocessa Salernitana che rischia pure di vincerla dopo il pareggio di Rabiot; una Juventus in grado di conquistare solo 15 punti sui 45 disponibili nelle ultime 15 partite; una Juventus che esprime francamente un gioco obbrobrioso che fa vergognare anche i suoi più accesi tifosi.
INADEGUATI – Sul deludente Allegri-bis in bianconero il dibattito è aperto: per il gioco vedi sopra, per gli amanti del risultato… zeru tituli in tre anni salvo il possibile colpo di coda di mercoledì prossimo. Due dati però fanno riflettere e spiegano in parte l’annata-no della Vecchia Signora. Locatelli è il più presente della rosa con 38 partite giocate sulle 40 stagionali e Gatti ha il quinto minutaggio in assoluto (2.764), inferiore solo nell’ordine a Bremer (3.324), allo stesso Locatelli (3.163), a Szczesny (2.970) e a McKennie (2.817). Capitolo Locatelli: discreto centrocampista, assolutamente non un regista, ruolo che quest’anno ha quasi sempre svolto con risultati modestissimi (e qualcuno lo scorso anno aveva pure il coraggio di criticare Paredes…). Capitolo Gatti: non basta segnare 4 gol in campionato (tre peraltro decisivi di cui l’ultimo, alla Fiorentina, è pure valso l’ultima vittoria della Juve lo scorso 7 aprile): Federico Gatti – se ne è avuta l'ennesima conferma ieri con la Salernitana - è inadeguato a giocare in Serie A, figurarsi nella squadra che vanta più scudetti di tutti (36)…
SOGNO – La vittoria della Dea sulla Roma regala aritmeticamente la Champions al Bologna. Autore di un campionato al vertice come non si vedeva da 60 anni esatti, da quel Bologna di Fuffo Bernardini scudettato nel 1964 dopo spareggio romano contro l’Inter. Idee e programmazione sono alla base del miracolo sportivo targato Giovanni Sartori & Thiago Motta con gli scontati meriti alla proprietà Saputo che ha… saputo affidarsi alle persone più adatte mettendo loro a disposizione la giusta dose di denaro e di autonomia decisionale. Una squadra, quella rossoblù, di grande personalità capace di un rendimento eccezionale in trasferta in casa della grandi o supposte tali: 1-1 nella Torino bianconera con il clamoroso rigore negato a Ndoye, 2-2 in casa Inter con rimonta dallo 0-2 (e se vogliamo aggiungiamoci anche l’eliminazione dei nerazzurri in Coppa Italia con il successo per 2-1 a San Siro), 2-2 al Meazza anche contro il Milan, le vittorie all’Olimpico per 2-1 sulla Lazio e per 3-1 sulla Roma inframezzate dal 2-1 a Bergamo contro l’Atalanta, quindi il 2-0 di sabato al Maradona. Un Settebello fuori casa da sogno che non ha eguali.
INCUBO – Il crepuscolo azzurro post scudetto è invece un incubo che sembra non finire mai. Il Napoli si scuce il tricolore ed è quasi doppiato dall’Inter: 92 punti contro 51, ben 41 lunghezze di distacco. Non si è mai visto. La peggior performance di una squadra campione d’Italia in carica era stata finora quella del Verona di Osvaldo Bagnoli: scudetto nel 1984-85 e decimo posto (su 16 squadre) nella stagione successiva con 28 punti, appena 5 in più del Pisa retrocesso e a -17 dalla Juventus scudettata di Trapattoni.
COOP – Tra i tanti record portati in dote dallo scudetto nerazzurro della Doppia Stella, colpisce quello relativo alla “cooperativa del gol”: quello di Buchanan a Frosinone ha portato a portato a 17 il numero di giocatori della rosa a segno in campionato. Che diventano 18 considerando il dato a livello stagionale, con Carlos Augusto a rete in Coppa Italia. Facciamo prima dunque a segnare… i “non-cannonieri” interisti chiamati magari a rispondere all’appello nelle ultime di campionato contro Lazio e Verona. In ordine di minuti giocati, l’unico titolare a secco è Beniamin Pavard (2.276 minuti in campo); seguono Davy Klaessen (350), Juan Cuadrado (336) e lo sfortunatissimo Stefano Sensi (80).