Per dirla alla moda del cinema... o quasi: La corsa sul lago del tempo, oppure ancora Cinque giorni, una primavera! Di nome e di fatto questa volta. Sì perché dopo una seconda edizione (quella di dodici mesi fa) contrassegnata dal maltempo, UTLAC Ultra Trail del Lago di Como ha offerto quest’anno a novecento atleti distribuiti su tre prove di carattere molto diverse tra loro un contesto meteo di tutta… serenità. Solo la partenza e le prime ore di gara della prova-clou (anzi, monstre) da duecentocinquanta chilometri e oltre dodicimila chilometri di dislivello positivo sono state "battezzate"dalla pioggia. Il terzo atto dell’evento di trailrunning by Larius Ssdrls è stato per le province di Como e Lecco un vero e proprio successo, sia dal punto di vista sportivo che organizzativo e promozionale. Sport insomma, ma anche turismo, territorio e una visione ad ampio raggio: come quella che gli atleti di tutte e tre le prove hanno potuto sperimentare sui panoramici sentieri ricamati sulle montagne che racchiudono le acque di uno dei bacini lacustri più conosciuti, suggestivi e anche glamour del pianeta.
UTLAC 250K ha preso il via alle diciotto in punto di mercoledì 8 maggio dal lungolago di Lecco. A fare (loro malgrado) compagnia all'ottantina di atleti in gabbia di partenza è stata come detto la pioggia, che fortunatamente la comitiva si è lasciata alle spalle nel giro delle prime ore di gara: quelle che, lungo il Sentiero del Viandante, portavano verso l’Alto Lario lecchese e la prima delle due notti di gara per gli atleti di punta, tre o addirittura quattro per tutti gli altri!
Da completare un anello tutto intorno al Lario dallo sviluppo di 254 chilometri in autonavigazione, per un dislivello positivo di 12430 metri con tre basi-vita (Colico, Plesio e Cernobbio) e quindici ristori. Doppiata la punta settentrionale del Lario (all'attacco della Valchiavenna), la missione prevedeva di scendere (si fa per dire) lungo il versante comasco del Lario, per poi fare di nuovo rotta su Lecco. Non prima però di avere scavalcato le montagne del Triangolo Lariano che separano i due rami del lago.
Ad imporsi al suo esordio nella prova è stato Daniele Nava, boscaiolo e arborista di Tirano (in provincia di Sondrio) che - fermando il cronometro sul tempo di 43 ore, 42 minuti e 28 secondi - ha firmato il nuovo primato della gara, estraendo dal terreno - per ripiantarla... oltre un'ora più in là - la bandierina con scritto sopra 44 ore e 56 minuti, tempo che nel 2023 era valso la vittoria all’elvetico Robin Fournier. Quest'ultimo dodici mesi fa si era imposto sull'altoatesino Peter Kienzl (vincitore della prima edizione), battendone di quattro ore il tempo 2022 e impadronendosi quindi del primato... fino all'avvento di Nava.
Sul podio maschile con il trentasettenne Nava (vincitore dieci mesi fa della 100K di Doppia W Ultra sulle sue montagne di casa) sono saliti in quest’ordine Alessandro Roncato di Maddalene Sky Team ed Emanuele Ludovisi (D+Trail). Roncato ha chiuso la sua fatica 48 ore, 21 minuti e 46 secondi dopo averla iniziata, facendo rientro al Circolo Canottieri di Lecco quattro ore, 39 minuti e 18 secondi dopo il vincitore. Da parte sua, il laziale Ludovisi (gestore del Rifugio Angelo Sebastiani sul Monte Terminillo) ha completato il podio con un tempo di soli tre minuti e 58 secondi più alto di quello del collega trentino. Come dire, praticamente... in volata, considerando distanza e tempo totali! Nella top five-uomini anche Luca Chilovi (Maddalene Sky Marathon, trentino come Roncato) e il bellunese Massimiliano Calcinoni di Alpago Tornado Run.
In gara-donne, Silvia Ainhoa Trigueros Garrote non ha voluto essere da meno di Nava. La minuta ma grandissima atleta basca del Team SCARPA (tre vittorie consecutive al Tor des Géants dal 2018 al 2021 nel suo palmarès) ha lei pure siglato il nuovo record sulla distanza, abbassando di addirittura otto ore il precedente primato che peraltro lei stessa aveva fissato nel 2023, in occasione della sua prima vittoria.
La quarantottenne Silvia, originaria di Barakaldo (Paesi Baschi, comunità autonoma del nord della Spagna) ha infatti incorniciato la sua riconferma sul trono di UTLAC 250K con il tempo finale di 50 ore, 43 minuti e 40 secondi, contro le 58 ore e 44 minuti di dodici mesi fa. Il traguardo dei due giorni di gara insomma è dietro l’angolo anche in campo femminile e - se la "nostra" tornerà a Lecco anche il prossimo anno e le condizioni saranno favorevoli - la sua ormai pressoché perfetta conoscenza del teatro d'operazioni renderà la missione ampiamente possibile! Da rimarcare una ulteriore impresa nell'impresa by Silvia, che ha scalato fino alla quarta posizione la classifica assoluta, fermandosi quindi solo ai piedi del podio e con un tempo finale (da record) di sette ore, un minuto e 12 secondi più alto di quello di Nava ma a sole due ore, 17 minuti e 56 secondi da Ludovisi e quindi dal terzo gradino del podio.
Ad assicurarsi il secondo gradino del podio è stata l’altrettanto “tosta” Valentina Michielli del Team Vibram. Già seconda dietro a Trigueros Garrote nel 2023 a Lecco (e due mesi dopo vincitrice di VUT Valmalenco Ultradistance Trail), la bellunese ha occupato l'ottava posizione della classifica assoluta, andando lei pure sotto il record 2023 e chiudendo la prova con un ritardo di due ore, 12 minuti e 49 secondi:u na decina di minuti abbondanti in più rispetto a quello dello scorso anno! Valentina insomma non molla... e nemmeno Silvia!
A sigillare il podio è stata l’esperta elvetica Denise Zimmermann (undicesima, vincitrice del Tor sulle Alte Vie valdostane nel 2015), rimanendo in “scioltezza” sotto il muro delle sessanta ore (per la precisione 58 ore, 48 minuti e 19 secondi) e mancando di meno di un manciata di minuti il vecchio primato.
Ci piace anche ricordare il quarto posto della ultrarunner e scrittrice milanese (nonché grande amica di SportMediaset) Guendalina Sibona, quindicesima assoluta. A chiudere la top five donne è stata invece Valeria Carusi di Sport Project VCO, ventiquattresima di una classifica generale da sessanta finishers.
Mentre a Lecco (fino a domenica mattina) si succedevano gli arrivi degli ultrarunners della prova clou, l’evento UTLAC metteva in scena due altre prove di grande spessore e contenuto tecnico. Debutto assoluto per UTLAC 60K, prova andata sold-out (quattrocento pettorali) già un mese prima del segnale di partenza da Piazza Cavour a Como. Anche la prova intermedia faceva rotta sul campo-base e villaggio gara di Lecco. Traccia-gara da 64 chilometri e mezzo (3580 metri D+), con numerosi saliscendi nel Triangolo Lariano (toccando anche la punta di Bellagio), lungo sentieri “consumati” nelle scorse settimane da rinomate prove di skyrunning come il Trail dei Corni di Valbrona dei primi di aprile e il Trofeo Dario e Willy di Valmadrera, classico appuntamento lecchese del 1. Maggio.
Ad aprire sabato 11 maggio l'albo d'oro della 60K sono stati Gionata Cogliati (sette ore, 23 minuti e 51 secondi) a livello maschile e - tra le donne - la belga Dominique Van Mechgelen di Arista Pro Team (otto ore, 39 minuti e 11 secondi), che è andata a chiudere la to ten di una classifica assoluta da 297 finishers (34 gli atleti fuori tempo massimo ai cancelli orari, ben 82 quelli ritirati).
In gara uomini, secondo gradino del podio per il trailrunner indipendente elvetico Tommaso Besomi (staccato di dieci minuti e 32 secondi dal vincitore), terzo per il forte atleta local Moreno Sala (GSA Cometa), al traguardo quindici minuti e 48 secondi dopo Cogliati. In campo femminile, a raggiungere la vincitrice sui due gradini più bassi del podio sono state Chiara Boggio di Durbano Gas Energy Rivarolo (diciassette minuti e 25 secondi di ritardi dalla vincitrice) e la rumena Svetlana Ciobanu (ASD PasSport) a trentacinque minuti e 30 secondi da Van Mechgelen.
Gran finale domenica 12 maggio con la già collaudata e partecipatissima UTLAC 30K che definire prova d’ingresso dell’evento è parecchio riduttivo. Disegnata sulla seconda parte del tracciato della 60K e al via da Bellagio, la prova più breve del programma proponeva ai suoi adepti una sfida dal dislivello positivo di 1872 metri. Anche in questo caso i vincitori hanno firmato il nuovo primato della distanza.
Tra gli uomini ad imporsi è stato il premanese Dionigi Gianola, portacolori della storica società bresciana US Malonno (primo in due ore, 43 minuti e 24 secondi). Tra le donne l'impresa è riuscita a Irene Saggin (Ultrabericus Team ASD) che ha completato la missione-vittoria in tre ore, 18 minuti e sei secondi. Come la vincitrice belga della distanza doppia, anche la varesina Saggin ha chiuso la top ten assoluta di una prova da 358 finishers. Secondo gradino del podio per il polacco Adrian Bednarek (a quattro minuti e 53 secondi da Gianola) e per la francese Chris Mugnier (a diciotto minuti e 33 secondi da Saggin).
A sigillare il podio stesso Stefano Rota di ASD Pegarun (a tredici minuti e 43 dal vincitore) e la inossidabile Lisa Borzani in tre ore, 37 minuti e nove secondi (a soli trenta secondi dal secondo posto): l'ennesima dimostrazione di classe e di longevità della portacolori di Bergamo Stars Atletica, vincitrice del Tor des Géants nel 2016 e 2017: subito dopo il successo singolo di Denise Zimmermann e subito prima della tripletta di Silvia Ainhoa Trigueros Garrote.
In chiusura, occorre rilevare come UTLAC abbia ancora una volta orgogliosamente sventolato la propria bandiera green. La manifestazione lariana era totalmente plastic free e prevedeva gare in semi-autosufficienza (senza tracciamento dei percorsi) e l’utilizzo di veicoli elettrici per il dislocamento di persone e materiali. Una missione muktitasking realizzata con il supporto di numerosi partners: ad iniziare da Rock Experience, main sponsor di UTLAC. Per i praticanti e agli appassionati della corsa in natura, l'appuntamento è già fissato al 2025, nella confermatissima collocazione della settimana centrale del mese di maggio, per la quarta edizione di un evento in grande crescita e di slancio internazionale, come provano le classifiche (e soprattutto i gradini del podio) della terza edizione.