Se non fosse che calcisticamente parlando si tratta di una questione molto seria, potremmo dire che il tema allenatore in casa Milan incomincia a ricordare la trama di quelle soap in cui tutto passa senza che niente passi, in cui se anche uno perde una decina di puntate alla fine poi ritrova gli stessi protagonisti, gli stessi intrecci, gli stessi dialoghi. Certo, qualcuno è uscito di scena, qualcun altro ha fatto irruzione, altri si autopromuovono o ancora appaiono e poi si eclissano come meteore, ma nel leggere oggi quanto scritto un mese e mezzo fa o poco più tardi a inizio maggio per esempio, ci accorgiamo come in fondo i protagonisti, o presunti tali, siano ricorrenti. Antonio Conte, per esempio, che ieri sera per voce del suo storico "secondo", Christian Stellini, ha fatto nuovamente irruzione nell'orizzonte milanista, infiammando i sogni di una tifoseria che da settimane spinge per averlo in panchina, tanto da indurre la società a scartare quella che con Lopetegui era parsa a un certo punto la scelta definitiva. Sogni destinati, però, a rimanere tali. Oppure Marcelo Gallardo, il tecnico argentino, pronto a liberarsi dall'Al-Ittihad, che tanto si dice piaccia a Geoffrey Moncada. Oggi è lui che si è riguadagnato il centro del palco, ma che ci rimanga anche domani non è scontato, perché la rosa dei candidati, possibili, sperati, immaginati, resta sempre ricca e in continuo aggiornamento.
Può darsi che, come sostengono alcuni, la decisione sia stata in realtà già presa e che per comunicarla si aspetti solo la fine del campionato. Può essere che tutto questo bailamme - con le voci su Conceicao, Fonseca, De Zerbi, Sarri, persino Motta - sia solo funzionali a manovre di depistaggio. Magari alla fine ci sarà invece il colpo a sorpresa, il Mister X che tanto piace agli sceneggiatori di mercato a corto di idee. Ma forse, invece, la realtà è più semplice. Forse è vero che all'interno del Milan le componenti decisionali non hanno ancora trovato un punto di incontro, una sintesi che possa portare a mettere la parola fine alla questione. Ma in un caso come nell'altro, giorno dopo giorno, non resta che provare a fare una sintesi degli indizi raccolti e azzardare delle previsioni, aggiornando di volta in volta il listing. Oggi, per esempio, sono alte le quotazioni di Gallardo. Come in fondo lo erano anche due settimane fa. Ma questo non significa che sarà di certo lui il successore di Pioli.