Milano ha fatto click. Dopo la brutta prova davanti ai suoi tifosi in gara 1, con annessa inaspettata sconfitta con Trento, l’Olimpia si è guardata allo specchio. E ci ha visto una faccia negativa, ombrosa e forse anche impaurita. Quella che molto spesso ha messo in campo - soprattutto in Eurolega – nelle occasioni che contavano.
Il campionato rappresenta l’ultima chance per cercare di dare un colore, anzi un tricolore, a una stagione difficile e tormentata. E allora il senso d’urgenza, quel sentimento spesso evocato da Ettore Messina, ha preso corpo nello spogliatoio milanese e la squadra ha cambiato faccia.
A dare la prima scossa l’inusuale aggressività difensiva in gara 2 di Shabazz Napier che nelle successive partite contro Trento si è finalmente preso la squadra per mano. Assist (16 nelle 3 gare vinte), punti (40) e appoggio costante ai compagni: una leadership tecnica di cui Milano aveva assoluta necessità, soprattutto per l’assenza di Shields e con un Mirotic che continua a faticare a entrare nei giochi.
E poi, o forse prima, Nicolò Melli. Il capitano di Milano è probabilmente l’unico giocatore del roster in grado di essere decisivo in entrambi i lati del campo, come ha più volte dimostrato. Nelle 3 vittorie contro Trento ha giocato su ottimi livelli, fatturando 41 punti e 21 rimbalzi. E se l’Olimpia si giocherà le semifinali contro Brescia col fattore campo a favore molto lo deve alla sua tripla allo scadere a Cremona all’ultima giornata.
Napier e Melli si sono messi a tirare il gruppo con talento offensivo e solidità difensiva, gli altri si sono accodati dando tutti un prezioso contributo e ora Milano sembra essere finalmente una squadra, alla buon’ora. Per esserlo al 100% mancano però un paio di incastri non banali.
Si chiamano Shavon Shields e Nikola Mirotic, le prime punte designate, i due che – teoricamente insieme a Napier – dovrebbero dividersi gran parte dei possessi offensivi. Tre bocche da fuoco che nessuno ha la fortuna di avere nel campionato italiano. Nella stagione biancorossa non si è quasi mai visto equilibrio nella gestione delle azioni offensive dell’EA7, spesso sbilanciata a favore di Shields. Che pur con numeri e qualità da fenomeno ha più di una volta oscurato Napier e Mirotic. Se Ettore Messina e i tre giocatori troveranno la chiave per una distribuzione più equilibrata del pallone, anche facendo un passo indietro individuale per il bene collettivo, la strada verso il titolo sarà meno in salita. Perché se anche Shields (o Mirotic o Napier) ne segna 30 e gli altri due non entrano in ritmo, probabilmente Milano farà molta fatica a vincere.