L'ANNUNCIO

Giuliano Razzoli lascia il mondo dello sci alpino: “Sono felice per tutto quello che ho attraversato”

Il campione olimpico di Vancouver 2010 ha annunciato il proprio ritiro a 39 anni dopo una stagione travagliata

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© Getty Images

La notizia era nell’aria da ormai qualche settimana, ma la speranza di rivederlo ancora in gara per un’ultima volta era ancora viva dopo la cancellazione dello slalom di Kranjska Gora. Un desiderio che è stato però disatteso dallo stesso Giuliano Razzoli che ha ufficialmente annunciato il ritiro dalle competizioni a trentanove anni. Tre partecipazioni alle Olimpiadi Invernali, otto ai Mondiali e 157 gare di Coppa del Mondo sulle spalle, numeri che non rendono giustizia a campione che troppo volte è stato bloccato dagli infortuni e che più volte ha saputo riprendersi firmando la pagina più bella della sua carriera ai Giochi di Vancouver 2010 dove ha conquistato l’oro fra i pali stretti. 

“Lascio sereno perché sono felice di come ho attraversato tutta la mia avventura, e sono grato di averla potuta vivere. La mia grande fortuna è quella di essere nato in un territorio particolare per lo sci, e mi sono reso conto di essere riuscito a trasmettere molte emozioni alle persone. Ma tutto quello che ho dato mi è tornato indietro amplificato – ha spiegato lo sciatore emiliano -. Ringrazio le persone che nella vita mi hanno insegnato qualcosa, e sono state tante, e che mi hanno permesso di crescere come atleta e come uomo: la mia famiglia, mia moglie, mio figlio, i miei genitori e le mie sorelle. Ringrazio la Federazione e il Centro Sportivo Esercito che mi ha supportato e tuttora mi supporta. I tecnici, i compagni di squadra, gli sponsor, gli amici e tutte le persone che mi hanno voluto bene, aiutandomi per tutta la mia vita. Ringrazio anche il mondo dello sci che ha permesso tutto questo”.

Forte di due successi nel massimo circuito e undici podi, ultimo dei quali a Wengen nel gennaio 2022, Razzoli è pronto ad affrontare ora una nuova vita fra la famiglia complice anche la nascita del piccolo Emanuele, un’acetaia da portare avanti e quella festa a Razzolo di Villa Minozzo con gli amici di sempre prima di una possibile celebrazione in pista come dovrebbe spettare a un campione olimpico.

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